La polizia penitenziaria ha scoperto e sequestrato un microtelefono nella Casa circondariale di Teramo. Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, ha lanciato l’allarme sulla sicurezza all’interno dell’istituto. Capece sottolinea come il rinvenimento sia avvenuto “grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità di Personale di Polizia. Questo deve far comprendere una volta di più come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale. E deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari in materia di contrasto all’uso ed al commercio di telefoni cellulari e stupefacenti in carcere”. Per il Sappe, ”nonostante la previsione di reato prevista dal art. 391 ter del Codice penale di recente emanazione per l’ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Torniamo a sollecitare urgenti soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”. Per questo, il leader del primo Sindacato della Polizia torna a sollecitare un intervento dei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria.
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