Colloqui psicologici, pasto assistito, un percorso di “mindful eating” sono alcuni degli interventi innovativi previsti da un progetto per la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, realizzato nella Uos di Epatologia e Centro di riferimento regionale della nutrizione di Giulianova e nella Uosd Pediatria e Centro di riferimento regionale di Auxologia pediatrica di Atri.
Il progetto, finanziato con un fondo di 20mila euro dalla Fondazione Tercas, conferisce due incarichi libero-professionali a una psicologa e a una dietista.
La durata del progetto, inizialmente di sei mesi, è stata prorogata fino ad agosto, visti gli ottimi risultati ottenuti. Sono circa 60 i pazienti presi in carico nei due settori. Fra le attività, i colloqui psicologici per la diagnosi e la costruzione in equipe del progetto terapeutico. Punto focale è il pasto assistito. Una strategia d’intervento nel percorso di riabilitazione psiconutrizionale, per favorire il ripristino o il mantenimento di un adeguato stato nutrizionale e la ristrutturazione di cognizioni disfunzionali riferite al cibo e all’alimentazione.
Lo standard gestionale prevede che il pasto venga consumato in gruppo o, in alcuni casi, individualmente e supervisionato da almeno un operatore, per superare difficoltà e rituali che sono di ostacolo all’assunzione del menù concordato. È stata inserita una terapia di “terza generazione”, la Mindfulness Based Stress Reduction (Mbsr), terapia di gruppo, percorso esperienziale-educativo con benefici per la salute fisica e psichica. Un metodo per la riduzione dello stress basato sulla consapevolezza. È un’auto-regolazione intenzionale dell’attenzione, con esercizi da svolgere a casa, tra una sessione e l’altra.
Il percorso di “Mbsr” prevede otto incontri a cadenza settimanale di un’ora. Il progetto, la cui referente è Maddalena Paolini responsabile della Uos Epatologia e Centro di riferimento regionale di Fisiopatologia della nutrizione, prevede anche un percorso di “Mindful eating”, un approccio innovativo basato sulla mindfulness: insegnare ai pazienti ad essere presenti a se stessi, anche durante il pasto con un atteggiamento equilibrato e di ascolto dei propri bisogni.