Il pecorino di Farindola icona della ripresa post terremoto

 “In Abruzzo siamo ancora lontani dal ritorno alla normalità, il turismo nelle zone colpite dal terremoto stenta a ripartire, mentre si scontano i ritardi della ricostruzione. Il risultato è il crollo delle vendite dei prodotti locali che gli agricoltori, a prezzo di mille difficoltà, sono comunque riusciti a salvare dalla macerie garantendo la continuità produttiva e, con essa, una speranza di ripresa in un territorio a prevalente economia agricola. In Abruzzo ci sono ancora tantissime aziende in difficoltà e allevamenti da cui si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo. Lenta è inoltre la ripresa per i 42 agriturismi che operano nel cratere sismico”. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Abruzzo per fare un bilancio a due anni dalle scosse che hanno colpito fortemente anche l’economia agricola abruzzese. Ancora tante difficoltà ma anche tanta voglia di ricominciare. E a testimoniare la voglia di ripresa nonostante le tantissime avversità e le conseguenze del terremoto, sul palco del Villaggio contadino di Roma è stato proprio un produttore abruzzese: Pietropaolo Martinelli, 39 anni, titolare dell’omonima azienda che produce il pregiato Pecorino di Farindola

“Il pecorino di Farindola risale all’epoca romana e viene citato in numeri testi storici – dice Coldiretti Abruzzo – Realizzato in quantità limitata, è l’unico realizzato con caglio suino e, per tradizione, nel corso del processo produttivo deve essere maneggiato soltanto da mani femminili. Da qui, il soprannome di “pecorino delle donne”

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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