Nasce l’Osservatorio sull’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, la prima cabina di regia pubblico-sociale con il compito di monitorare e governare l’impatto dell’Ia su occupazione, competenze, diritti e condizioni di lavoro. Presieduto dalla ministra del Lavoro Marina Calderone, l’organismo rappresenta la risposta italiana all’Ai Act europeo e diventerà operativo all’inizio del 2026, con la nomina dei componenti e la pubblicazione dei primi documenti strategici e di analisi.
L’Osservatorio riunirà istituzioni, parti sociali ed esperti e sarà articolato in un Comitato di indirizzo, una Commissione etica, una Consulta delle parti sociali e quattro Comitati tecnico-scientifici tematici. La Commissione etica sarà guidata da padre Paolo Benanti, già presidente della Commissione sull’Ia per l’informazione. L’obiettivo dichiarato è accompagnare l’innovazione tecnologica affinché migliori qualità del lavoro, produttività e inclusione, mantenendo le decisioni in ambito occupazionale sotto responsabilità umana.
Nella stessa strategia rientra l’estensione di AppLi, l’assistente virtuale del Ministero del Lavoro per orientamento, formazione e inserimento lavorativo. Dopo una prima fase sperimentale rivolta ai cittadini tra i 18 e i 35 anni, il servizio è ora accessibile a tutti tramite autenticazione con Spid o Cie.
Secondo i dati Istat su imprese e Ict, nel 2025 il 16,4% delle imprese con almeno 10 addetti utilizza almeno una tecnologia di intelligenza artificiale, in crescita rispetto all’8,2% del 2024. L’adozione è più diffusa tra le grandi imprese, che passano dal 32,5% al 53,1%, mentre tra le piccole e medie imprese l’utilizzo raddoppia dal 7,7% al 15,7%. La principale criticità segnalata resta la carenza di competenze adeguate.
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