Nel 2016 l’export dei distretti del Sud Italia ha seguito una dinamica negativa, dopo il picco di valori esportati nel 2015, chiudendo l’anno con un regresso del 3,5% (pari a 249 milioni di euro in meno di rispetto all’anno precedente) più accentuato rispetto all’andamento lievemente negativo dei distretti italiani. E’ quanto contenuto nel Monitor sui distretti del Mezzogiorno elaborato da Intesa Sanpaolo-Banco di Napoli. Nel Mezzogiorno, si legge nel rapporto, conseguono buoni risultati le esportazioni di Abruzzo e Sicilia mentre arretrano lievemente in Campania e in maniera più consistente in Puglia e Sardegna. Risultano penalizzanti per la dinamica dell’area in particolare le performance registrate sui mercati esteri dalle imprese distrettuali della Puglia. In questa regione i pesanti cali di export subiti soprattutto dall’ortofrutta del barese e dalla meccatronica barese (dopo un 2015 di forte crescita) “non sono stati controbilanciati dai pur buoni risultati conseguiti dai quattro distretti del sistema moda, in particolare dalla calzetteria-abbigliamento del Salento, che evidenziano un’intonazione positiva in controtendenza rispetto alle esportazioni dei distretti italiani del comparto che seguono una dinamica lievemente negativa”.
Forte regresso per i distretti della Sardegna (-11,6%) penalizzata dal consistente calo sui mercati esteri del sughero di Calangianus e del lattiero-caseario del Sassarese. Lievemente negativa la performance dell’export in Campania (-0,8%) dove i positivi contributi in particolare dell’agricoltura della Piana del Sele e della mozzarella di bufala campana non sono riusciti a compensare i cali di export subiti dall’alimentare di Avellino, dalla concia di Solofra e dall’abbigliamento del Napoletano. Positiva la dinamica dell’export dell’Abruzzo (+1,3%) dove il forte calo dell’abbigliamento sud-abruzzese viene compensato dai buoni risultati dei vini del Montepulciano d’Abruzzo e dell’abbigliamento nord-abruzzese. Buona la performance dei distretti della Sicilia (+5,7%) che ha potuto beneficiare del forte impulso dell’export dei vini e liquori della Sicilia occidentale e del buon andamento dell’ortofrutta di Catania. Nel 2016 si segnala anche l’arretramento delle esportazioni dell’olio e pasta del Barese e la flessione delle vendite estere dell’ortofrutta e conserve del Foggiano, dopo un biennio in territorio positivo, e dell’alimentare Napoletano, dopo un decennio di crescita ininterrotta. Seguono un profilo di crescita invece le conserve di Nocera (+1,9% la variazione tendenziale nel 2016, pari a 18 milioni di euro aggiuntivi).
Le conserve di Nocera rappresentano l’area distrettuale che ha conosciuto la maggior crescita in valore assoluto seguita dall’agricoltura della Piana del Sele, dalla mozzarella di bufala campana, dai vini e liquori della Sicilia occidentale e dall’ortofrutta di Catania. Sperimentano un’Inversione di tendenza positiva rispetto al 2015 la calzetteria-abbigliamento del Salento e l’abbigliamento del Barese. L’analisi dell’orientamento delle esportazioni dei distretti del Mezzogiorno contenuta nel rapporto di Intesa Sanpaolo-Banco di Napoli mostra come il calo complessivo delle vendite estere “sia stato determinato da un deterioramento della dinamica dei flussi commerciali diretti verso i principali mercati europei (in primis Germania, Regno Unito, Francia, Spagna) ed extra-europei (Stati Uniti e Giappone) e in alcuni mercati emergenti (Tunisia, Turchia) che non viene compensato dalle buone performance realizzate su alcune piazze europee (Svizzera, Paesi Bassi) e in alcuni nuovi mercati (tra cui Polonia, Cina, Libia, Albania e Federazione russa che riprende la sua corsa dopo il crollo del 2015)”. La contrazione dell’export in Germania ha colpito in particolare la meccatronica barese, l’abbigliamento del Napoletano, l’alimentare di Avellino e il pomodoro Pachino, mentre sul mercato statunitense hanno subito cali soprattutto l’alimentare di Avellino, il lattiero-caseario del Sassarese e il sughero di Calangianus. L’alimentare di Avellino perde pesantemente terreno anche sul mercato britannico, sua prima destinazione commerciale. Sul mercato giapponese si assiste al forte arretramento dell’olio e pasta del Barese.
Lieve flessione per il Polo aeronautico pugliese dopo l’exploit delle esportazioni del 2014-2015, mentre si registra una crescita a due cifre per il Polo Ict dell’Aquila sostenuto dalle ottime performance dell’export in quasi tutte le principali piazze commerciali, in primis Stati Uniti, Cina, Giappone, Svizzera). Torna in territorio positivo, con una crescita a due cifre, anche il Polo farmaceutico di Napoli che chiude il quarto trimestre con un’accelerazione grazie alle ottime performance sui mercati svizzero e cinese. Bene anche il Polo aeronautico di Napoli che ha beneficiato del buon andamento delle vendite estere in Giappone, Cina, Canada e Regno Unito. Segnali incoraggianti provengono dall’analisi degli ammortizzatori sociali che offre gli elementi per completare il quadro dello stato di salute dei distretti monitorati. Il numero di ore complessive autorizzate di cassa integrazione guadagni (Cig) nel 2016 risulta in calo per le imprese del Mezzogiorno rispetto all’anno precedente (-29,9% la variazione complessiva) e su livelli notevolmente inferiori rispetto ai massimi del 2011 (9,7 milioni di ore autorizzate nel 2016 a fronte degli oltre 25 milioni del 2011).
L’analisi delle componenti nel 2016 mostra un decremento soprattutto del numero di ore di Cig straordinaria e un lieve aumento delle ore di Cig ordinaria. Il calo delle ore di Cig straordinaria è da attribuirsi al crollo del ricorso a questa componente da parte delle imprese attive all’interno dei Poli tecnologici (in particolare nel Polo Ict dell’Aquila, nel Polo aeronautico di Napoli, nel Polo farmaceutico di Napoli e nel Polo aeronautico pugliese).