Risparmio in crescita di 126 miliardi di euro in 2 anni, calano i consumi

Il crollo dei consumi dal 2020, forzato dalle restrizioni anti-pandemia, ha generato un aumento senza precedenti del risparmio delle famiglie. Nel 2020-2021 la propensione e’ salita dall’8% ad un picco di quasi il 20%. Nel corso del 2022 e’ gradualmente scesa (9,2% nel 2 trimestre), ma rimane sopra il pre-Covid. A fornire i dati è il Centro studi di Confindustria che stima un ammontare di extra-risparmio accumulato in Italia tra il 1 trimestre 2020 e il 2 trimestre 2022 di circa 126 miliardi di euro (7% del Pil). L’ammontare di tali risorse e’ in linea con la media dell’Eurozona (7,3%, 900 miliardi), ma inferiore rispetto a quanto registrato negli Usa, dove ha raggiunto il 12% del Pil, favorito anche da sostegni pandemici molto generosi.

La distribuzione dei risparmi, accumulati maggiormente dalle famiglie ad alto reddito, limita la misura in cui tali risorse possono essere utilizzate per ammortizzare i rincari energetici e sostenere i consumi. Inoltre, le famiglie piu’ abbienti hanno una minore propensione al consumo. Mentre le famiglie a minor reddito, che spenderebbero proporzionalmente di piu’, non sono state in grado di aumentare i propri risparmi. E sono le piu’ colpite oggi, poiche’ la spesa per l’energia rappresenta una percentuale significativa del proprio reddito (12,1% nel quintile piu’ basso, contro 6,7% nel quintile piu’ alto). Parte delle risorse in eccesso e’ stata allocata in fondi di investimento e partecipazioni (+23,4% a fine 2021 dal 2019) e fondi assicurativi e pensionistici (+11,2%), immobilizzando il risparmio, il cui valore puo’ aumentare nella misura in cui viene destinato a strumenti finanziari remunerativi. Da inizio 2022, tuttavia, sebbene rimangano sopra i livelli pre-pandemici, le quote di queste forme di investimento si sono ridotte di nuovo, a favore di depositi e conti correnti.

L’andamento crescente dell’inflazione (+11,8% a novembre) erode il potere d’acquisto delle risorse risparmiate, gravando sulle famiglie e influendo sulle loro decisioni di spesa. Complessivamente, si stima una perdita di circa 13 miliardi di euro rispetto al totale dell’extra-risparmio. Si riducono, quindi, le risorse disponibili per finanziare la spesa, perché l’extra-risparmio e’ anch’esso colpito dall’incremento dei prezzi (come il reddito), specie la parte che rimane “liquida” sui conti correnti. La possibilita’ che i risparmi accumulati confluiscano in maggiori consumi nei prossimi trimestri dipende, dunque, da molteplici fattori. La concentrazione dei risparmi tra le famiglie piu’ abbienti e’ il piu’ limitante. La detenzione delle risorse in forma “illiquida” riduce ulteriormente quelle fruibili per esigenze di spesa.

Tenuto conto di questi due fattori e dell’erosione dovuta all’inflazione, la parte di extra-risparmio effettivamente spendibile e’ stimabile in circa 13 miliardi (poco piu’ del 10%). Parte delle risorse accumulate, inoltre, sembra gia’ essere confluita nei consumi delle famiglie, cresciuti molto nel 2 e 3 trimestre (+2,5% in entrambi), piu’ di quanto registrato dagli altri paesi europei. La risalita dei consumi, tornati sopra il pre-Covid (+0,4%), non sembra spiegabile dal reddito disponibile nel 2 trimestre (+1,5% nominale, -0,1% reale). E’ stata spinta, invece, dalla flessione della propensione al risparmio (di -2,3 punti in primavera) e dai risparmi accumulati, sia nel 2 che nel 3 trimestre. L’incertezza derivante dal deterioramento delle prospettive economiche potrebbe indurre le famiglie, da fine 2022, a ulteriore risparmio “precauzionale”. Inoltre, il protrarsi del caro-energia (che riguarda consumi non molto comprimibili), potrebbe assorbire ulteriore extra-risparmio, riducendo l’impulso positivo sui consumi e accelerando la stagnazione.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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