Commemorazioni in Abruzzo su D’Annunzio. Contrappunti.

di Giovanni Pizzocchia*

“Settembre è andato… Ora è tempo di ragionar…” sui tanti eventi culturali organizzati quest’anno, in Abruzzo, sul tema della “Transumanza”(inserita nel 2019 dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale), associata alla rievocazione del vate Gabriele D’Annunzio.

La Regione è stata protagonista, grazie anche al cinema con il film del 2021 “Il cattivo poeta”, interpretato da Sergio Castellitto, regia di Gianluca Jodice.

I poeti sono di tutti e la verità non sta mai da una parte sola.

Non è da condividere, pertanto, “quel certo oscurantismo” da parti di “alcuni” nei confronti di Gabriele D’Annunzio, che lo vuol far passare nella storia con l’esclusiva stereotipa etichetta di “fascista” È da apprezzare, invece, quando viene valorizzato e non solo perché è un corregionale di noi abruzzesi.

D’Annunzio ha vissuto e rappresentato intensamente la cultura europea di fine ottocento e dei primi del novecento come poeta, scrittore, drammaturgo, sceneggiatore del cinema nascente, fra i primi pubblicitari del ‘900 e perfino come soldato, pilota e comandante in imprese belliche.

Sul palco, dalle presentatrice e dagli ospiti intervenuti, spesso è stato definito istrionico, scapestrato… E lo è stato.

Per esempio, nel Parlamento, allora ancora monarchico, si schierò in entrambi gli schieramenti, dichiarando però “di andare verso la vita”, quando scelse la sinistra, il 23 marzo 1900.

Successivamente, nella sua fase superomistica, con il suo spirito esuberante, ardimentoso, interventista, nazionalista, ed i suoi famosi slogan, senza dubbio ha avuto grande influenza all’ascesa del fascismo in Italia.

È anche vero, però, che il terreno era ormai molto fertile. Nelle monarchie, nelle classi imprenditoriali e capitalistiche occidentali c’era il terrore definito “Grande paura”, prodotto dalla rivoluzione comunista russa con la detronizzazione e la barbara uccisione dello zar e dei suoi familiari! È ormai noto, storicamente, come le borghesie “liberali” europee abbiano portato pienamente la responsabilità della loro complicità con il nazismo e il fascismo perché ne agevolarono in ogni modo l’ascesa, spaventati dall’idea che i comunisti potessero rovesciare anche il loro potere.

D’Annunzio, vale ricordare: non partecipò alla “Marcia su Roma” e nel corso della crisi successiva all’uccisione di Matteotti, si unì all’opposizione dell’Aventino.

Mussolini, temendolo come “possibile rivale” per la sua popolarità, fini per “esiliarlo” nella “gabbia d’oro” sul Garda, al Vittoriale (lasciato poi dal poeta in eredità allo Stato). Cosa che il vate accettò; del resto era uno abituato a contrarre debiti da capogiro per via del suo altissimo tenore di vita!

E poi da non dimenticare da D’Annunzio l’ammonimento a Mussolini, affinché non si alleasse con Hitler, “il marrano… uomo dalla faccia ignobile… ” così come lo definì ed a proposito esiste anche un articolo sul “Corriere della Sera”.

La prova inconfutabile del resto di come il nostro poeta fosse per la libertà e contro le dittature, i totalitarismi, è rappresentata dalla Carta-Costituzione proposta in occasione dell’impresa di Fiume (1919-1920), per la Repubblica del Carnaro, sulla base predisposta dal sindacalista socialista Alceste De Ambris. Basterebbe leggerla…

Era molto avanti ed attuale in tema di riconoscimenti di diritti umani, pur essendo, oggi, passato un secolo!

La storia non si fa con i se ma, probabilmente, così come temeva Mussolini, se il duce fosse diventato D’Annunzio anziché lui, avremmo avuto un’altra storia, sicuramente meno brutta se non più bella e “magnifica”!

*InnovatorePA

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

Controllate anche

Cittadini, elezioni, Nuova Pescara

di Alessandro D’Ascanio* Archiviate le elezioni regionali del 10 marzo, forse anche in virtù dell’esito …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *