Il quasi golpe di Prigozhin

di Achille Lucio Gaspari*

Gli antefatti

Si sta facendo strada presso l’opinione pubblica occidentale il convincimento che i regimi totalitari siano più efficienti delle democrazie. La stabilità a lungo termine di questi regimi permetterebbe una programmazione economica più efficiente e consentirebbe di affrontare le crisi con più prontezza. Non si tratta di una idea nuova poiché era sostenuta negli anni venti dello scorso secolo dal filosofo tedesco Spengler che ha rappresentato, insieme alle idee di Ugo Spirito e di Giovanni Gentile il fondamento culturale per la realizzazione del regime fascista. Attualmente la Russia e la Cina rappresenterebbero la riprova della correttezza di questa opinione. La Storia però mette in guardia da questi facili entusiasmi. Non si ripete, sia pure su piani superiori, come riteneva Gianbattista Vico, ma offre sempre utili insegnamenti. Hitler, circondato da yesman, non tenne fede agli accordi di Monaco e dopo essersi impossessato della Cecoslovacchia pensò di ripetere la stessa operazione con la Polonia. Si fidavo dell’accordo di non aggressione stipulato nell’agosto del 39 con la Unione Sovietica e della potenza del suo esercito. Sbagliò i calcoli e tutti sappiamo come è andata a finire. Prigozhin con buona pace per le opinioni di Orsini e Travaglio ci ha spiegato le vere motivazioni della invasione della Ucraina. Non la denazificazione, non la difesa preventiva contro un imminente attacco dell’Ucraina e della Nato ma un desiderio di potenza, un tentativo di ricostituire l’Impero Russo. La facile conquista della Crimea aveva creato delle illusioni. L’obiettivo era quello di una conquista rapidissima dell’intero territorio e la sostituzione del governo democraticamente eletto con un Quisling che avrebbe allineato l’Ucraina alla Bielorussia come stato fantoccio sotto il controllo della Russia.

Le ragioni del fallimento politico militare di Putin

Se la motivazione per intraprendere la “azione militare speciale” fosse stata l’impedire all’Ucraina di aderire alla Nato, ma noi sappiamo che non è questa la ragione o almeno non è la principale ragione, il risultato ottenuto è che la Finlandia con la quale la Federazione Russa condivide oltre 1000 km. di frontiera è ora nella NATO e la Svezia sta per entrarci. Sono due paesi tradizionalmente neutrali spinti a cambiare politica dalla azione di Putin e la cosa è grave perché per la loro collocazione geografica consentono alla Nato un più valido controllo del mar Baltico per la protezione di Estonia, Lettonia e Lituania e una minaccia su Kaliningrad ( la vecchia Konisberg prussiana) importantissima base russa , nel caso che l’aggressività dell’Orso Russo si spinga fino a causare un conflitto più esteso. Inoltre quando la guerra terminerà, non sarà possibile per il nuovo Zar tenere l’Ucraina sotto lo stesso ferreo controllo con cui attualmente tiene la Bielorussia; il fallimento politico è già sufficientemente evidente. Se a questo aggiungiamo la perdita di uomini e di mezzi, le difficoltà economiche, l’isolamento internazionale (146 Nazioni hanno votato all’ONU una risoluzione che condanna l’invasione russa) la incriminazione da parte del Tribunale Penale Internazionale, la riduzione dell’esportazione di petrolio , gas e armi e la inaspettata dimostrazione di una notevole coesione delle nazioni occidentali questo fallimento della sua azione politica non può non essere giudicato se non particolarmente grave.

Nel marzo 2022 il prof. Orsini sentenziava – Putin ha già vinto ma non si può dire- e Travaglio, dopo i primi insuccessi militari affermava-il tempo lavora a favore della Russia- ma considerando gli ultimi avvenimenti questa è una affermazione destituita di fondamento. Gli analisti Statunitensi e Britannici ci hanno da tempo spiegato le cause dell’insuccesso. Comandanti incapaci, truppe poco addestrate e meno motivate, armamenti tecnicamente inferiori a quelli occidentali. Spiegazioni false e propagandistiche sostenevano i filo russi mascherati da pacifisti, ma poi ad illustrarci la situazione è intervenuto Prigozhin con le sue dichiarazioni contro il ministro della Difesa Soighu e contro il Capo di Stato Maggiore Gerasimov. E’ finanziato dalla CIA , dice qualcuno , affermazione che non si permette di fare neanche Putin. Come è possibile che Putin ritenesse la conquista di tutta l’Ucraina una rapida passeggiata? In qualche modo gli sono state fornite informazioni inesatte. Questo è certo. Quello che non sappiamo è se ciò è accaduto per incapacità dei suoi Servizi Segreti o perché si è voluto deliberatamente trarlo in inganno.

L’affare Prigozhin

Truppe mercenarie fedeli ai loro capitani di ventura c’erano nel quattrocento, nel cinquecento e nella guerra dei trent’anni. Dei Lanzichenecchi che misero al sacco Roma nel1527 se ne servì l’imperatore Carlo V. Ma che vi facesse ricorso uno stato moderno è qualcosa di incredibile. Eppure la Russia si affida alle milizie private cecene e ai “musicisti” l’esercito privato Wagner di Prigozhin. Quest’ultimo è un soggetto poco raccomandabile. Presentato come il cuoco di Putin è in realtà un avanzo di galera ritenuto un fedelissimo del nuovo Zar ma che probabilmente risponde anche ad alcuni degli oligarchi che cominciano a sentire il peso delle sanzioni e a cercare vie d’uscita. L’azione del capo della Wagner era stata da lui presentata come un inizio di guerra civile anche se poi ha corretto il tiro dicendo che non era sua intenzione rovesciare il governo ma solo eliminare l’inefficiente ministro della difesa e l’incapace capo di stato maggiore. Quello che sorprende è stata la facilità con cui si sono impossessati di Rostov, la velocità con cui sono avanzati senza quasi trovare resistenza (4 elicotteri ed un aereo abbattiti dai musicisti) e l’inaspettato dietro front. Da una parte Mosca sembrava in preda ad una grandissima preoccupazione e Putin dopo un duro discorso televisivo si era eclissato. Dall’altra parte abbiamo visto i consensi e gli applausi che i cittadini comuni tributavano ai soldati mercenari. Noi non sappiamo i particolari degli accordi tra Lukashenko e Prigozhin, ne se questa operazione è definitivamente naufragata. E’ probabile che lo scopo di questo “pronunciamento” sia stato quello di mandare a Putin un preciso segnale. Il fatto che il capo del governo russo abbia deciso una amnistia generalizzata contrariamente a quanto fece Erdogan dopo il tentativo di colpo di stato in Turchia dimostra che Putin non ha il pieno controllo della situazione e tende a sopire piuttosto che ad acuire le situazioni

Come finirà?

Predire il futuro è sempre difficile e lo è in modo particolare per le cose della Russia. Alcuni fatti sono però evidenti: il programma primigenio della “operazione militare speciale “è fallito. Putin è oggi politicamente più debole di quanto non lo fosse prima del 24 febbraio 2022. Se questa condizione faciliterà un percorso verso la pace o lo spingerà a qualche azione sconsiderata è tutto da vedere. Si può però con ragione ritenere che gli oligarchi, alcuni capi dell’esercito e parte della popolazione che fino ad ora hanno tollerato questa avventura, potrebbero cercare di impedire ulteriori e più gravi scalate.

*Professore Ordinario Emerito, Direttore Sezione Clinica Chirurgica, Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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3 Commenti

  1. Una analisi condivisibile, con un lodevole, comprensibile senza sforzi di attenzione, e quindi facilmente godibile, commento a ciò che è già storia. Per le previsioni, meglio lasciar perdere.

  2. Domenico Galluppi

    Impeccabile lezione di geopolitica, scevra di ogni faziosità. L’Italia ha necessità di menti come quella del prof. Gaspari

  3. Articolo bellissimo complimenti !!

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