Ben 1.200 i siti istituzionali “visitati” dai pirati informatici

Ben 1.200 i siti istituzionali “visitati” dai defacer. Oltre 200 le violazioni ai danni di alcuni partiti italiani. Per ben 6 hackeraggi su 10, la motivazione riguarda rivendicazioni politiche, minacce terroristiche e patriottismo. Toscana, Sicilia, Lombardia e Emilia Romagna le aree “più bersagliate”. È quanto emerge dalla Nota scientifica dell’Istituto Demoskopika “La mappa dell’hacking in Italia”. “In questo momento, in ogni parte del Medio Oriente c’è spargimento di sangue. Quanto è doloroso vedere che è sangue musulmano ad essere versato. Questo scenario non ha un posto nel libro sacro. Perché esiste l’ONU? Quale contributo da alla pace nel mondo? L’unica cosa che fanno è servire un’agenda segreta. L’onore e la dignità dei musulmani stanno morendo. Per noi è importante guadagnare il consenso di Allah non il consenso dei servi (di Allah). Noi non abbiamo mai disperato della misericordia di Allah e non lo faremo”. A firmare la violazione ai danni del sito dello Sportello di informazione sociale della Città Metropolitana di Torino, avvenuto appena lo scorso 18 gennaio, l’hacker Turk Hach Team

ello stesso giorno venivano deturpati, dallo stesso defacer Nofawkx Al, le home page dei comuni di Stresa in Piemonte e di Isola Rizza in Veneto. In questo caso l’azione dell’hacker era interamente incentrata a denunciare il fenomeno corruttivo definito “come un cancro che si diffonde rapidamente e che ostacola la crescita delle nazioni”, enfatizzando il ruolo di “tutte le persone nel mondo che protestano perché politici e funzionari pubblici accettano tangenti e si arricchiscono alle spalle del cittadino comune”. Sono solo alcuni recentissimi attacchi informatici che dal 2001 ad oggi hanno violato home page o pagine interne di quasi 12 mila siti italiani di “interesse regionale” con in testa Toscana, Sicilia, Lombardia ed Emilia Romagna. A finire nelle attenzioni dei defacer anche i partiti, hackerati almeno 200 volte nell’arco temporale considerato. La motivazione prevalente all’origine dell’intrusione informatica riguarda l’universo della rivendicazione politica, spesse volte estrema, quasi totalmente appannaggio di probabili cracker battenti “bandiera mussulmana”. È, il caso, ancora, dell’Anonymous Arabe, che tra il 3 ed il 4 gennaio scorsi, penetrava i siti di quattro comuni abruzzesi (Roccascalegna, Montesilvano, Castel Frentano, Mozzagrogna) e del comune lombardo di Paullo per recapitare un messaggio inequivocabile: “siamo mussulmani e ne siamo orgogliosi. Il Corano è il nostro libro. Noi crediamo in Allah e lavoriamo per Allah. Morte a Israele, Palestina libera. Gerusalemme è nostra”. Stessa rivendicazione che il 15 gennaio aveva raggiunto il portale “monitoraggiograduatorie.gov.it” della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Negli ultimi quindici anni, sono stati ben 11.555, i siti di “interesse regionale” conteggiati dall’Istituto Demoskopika che hanno subìto attacchi informatici di vario tipo. Un risultato ottenuto personalizzando la ricerca, sul sito zone-h, per il nome di ciascuna regione (domini vari) e di ciascuna provincia (solo dominio.it) e sommando i dati visualizzati. Si precisa, inoltre, che tutte le informazioni contenute nell’archivio di Zone-H sono state raccolte sia on-line da fonti pubbliche o direttamente notificate in forma anonima dagli stessi hacker. Con 1.357 siti violati, è la Toscana la meta preferita dagli hacker per i loro attacchi informatici, immediatamente seguita dalla Sicilia e dalla Lombardia rispettivamente con 993 e con 882 siti “visitati” dai defacer. A seguire l’Emilia Romagna (781 siti), il Lazio (692 siti), la Sardegna (686 siti), il Veneto (670 siti), la Campania (663 siti), la Puglia (655 siti) e l’Umbria (645 siti). E, ancora, il Friuli Venezia Giulia (588 siti), la Calabria (490 siti), il Piemonte (484 siti), l’Abruzzo (434 siti), la Liguria (369 siti), il Trentino Alto Adige (360 siti) e le Marche (26i siti). In coda si posizionano la Basilicata (198 siti), il Molise (176 siti) e la Valle d’Aosta (170 siti).

Spostando l’attenzione sui portali istituzionali, lo studio di Demoskopika individua ben 1.185 i siti presi di mira dai defacer. Toscana sempre in vetta con 288 siti istituzionali o rilevanti hackerati pari al 24,3% del dato complessivo. A seguire Emilia Romagna (108 siti), Lombardia (106 siti), Campania (105 siti), Veneto (99 siti), Lazio (95 siti), Puglia (72 siti), Friuli Venezia Giulia (43 siti), Umbria (41 siti), Piemonte e Liguria (37 siti), Sicilia (32 siti) e Calabria (30 siti). In coda si collocano Abruzzo (28 siti), Marche (16 siti), Sardegna (15 siti), Valle d’Aosta (10 siti), Molise (9 siti), Trentino Alto Adige e Basilicata (7 siti). Sono invece ben 205 gli attacchi informatici rilevati da Demoskopika dal 2001 ad oggi a danno dei siti dei partiti e delle organizzazioni politiche italiane presenti sull’intero territorio nazionale. A subire il maggior numero di violazioni la Lega Nord con 58 hackeraggi pari al 28,3% del dato complessivo che stacca di poco il Movimento 5 Stelle con 55 attacchi (26,8%) e Forza Italia con 51 attacchi (24,9%). Meno “attenzionato” dagli hacker il Partito Democratico che, nell’arco temporale considerato, si è visto le home page di 32 siti locali ospitare improvvisamente messaggi “non autorizzati” (15,6%). A chiudere questa classifica, Fratelli d’Italia- Alleanza nazionale con 8 casi osservati (3,9%) e il Nuovo Centro Destra (0,5%) con un hackeraggio monitorato.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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