Il benessere psicologico, relazionale e fisico di chi lavora in smart working è maggiore dei dipendenti in presenza o in remoto ma senza flessibilità o orientamento al risultato. E’ quanto emerge da uno studio Doxa realizzato con il Politecnico di Milano e presentato da Mariano Corso, Responsabile Scientifico Osservatorio Smart Working e Hr Innovation Practice. “Anche dal punto di vista della valutazione da parte del proprio capo – ha detto Corso – il giudizio per i lavoratori in smart è superiore alle altre tipologie”. Secondo il report, realizzato su un campione di 800 lavoratori, il rendimento del 37% dei dipendenti in smart è valutato sopra le aspettative, solo il 17% invece per quelli in presenza. “Nel 2023 – prosegue Corso – in Italia si registravano oltre 3,5 milioni di lavoratori non in sede. È chiaro che oggi siamo di fronte ad un bivio perché se i modelli di lavoro si evolvono devono cambiare anche gli spazi, in quanto è dimostrato che esiste una correlazione positiva tra lavoro in spazi smart e benessere ed engagement delle persone”
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