Crescono in valore l’import (32%) e l’export (17.5%) dell’agroalimentare

Netto incremento in valore dell’import e dell’export dell’agroalimentare nei primi nove mesi del 2022, che mettono a segno rispettivamente 46 miliardi con +32% e 44 miliardi con +17,5%. Una crescita costante in tutti i mesi dell’anno, come emerge nel capitolo dedicato all’anno in corso contenuto nella 75/a edizione dell’Annuario dell’Agricoltura italiana 2021 del Crea, con il suo Centro Politiche e Bioeconomia. Quanto alle prospettive, nonostante il recente calo, i prezzi alimentari internazionali rimangono alti rispetto agli standard storici con un’elevata volatilità soprattutto per grano e mais. Sul fronte delle esportazioni, il Crea segnala aumenti anche in quantità, con 4 paesi dove si concentra oltre il 45% delle vendite, Germania, Francia, Usa e Uk. Calo dei volumi per i vini rossi Dop, dove incidono le minori vendite verso alcuni mercati europei (Germania e UK), mentre cresce quello Nord Americano. Le importazioni mostrano maggiore variabilità rispetto all’export. Prodotti che arrivano in Italia per il 43% da Francia, Spagna, Germania, Paesi Bassi. Evidente il ruolo del Sud America e dell’Asia per prodotti ittici, caffè greggio, oli vegetali e frutta tropicale. Cala, invece, l’import di frumento duro dal Canada in parte compensato da altri paesi. Quanto ai dati del 2021, la filiera agro-alimentare contribuisce al 15% del fatturato globale dell’economia, una crescita che si deve alle buone performance dell’agricoltura (+6,4%) e dell’industria alimentare (+7,6%). Sul fronte degli scambi con l’estero anche nel 2021 si conferma positivo il valore del saldo commerciale: le esportazioni superano per la prima volta il valore dei 50 miliardi di euro (+11,3%), di cui i prodotti del Made in Italy rappresentano più del 73% del totale (+9,5% sul 2020). Un’Italia che continua a detenere in Ue il primato della qualità certificata Dop/Igp, con 316 prodotti agroalimentari e 526 vini.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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