Istat, cresce la povertà tra giovani e famiglie con minori 

Più di 5 milioni di italiani vivono nella povertà assoluta. L’Istat nel dare questo dato rende noto che si tratta del livello più alto dal 2005, quando le famiglie in povertà assoluta erano stimate in 1.778.000. Di questi 5.058.000 individui, 1,2 milioni sono minori. L’aumento della povertà assoluta colpisce soprattutto il Sud, dove una persona su 10 vive in questa condizione.
L’incidenza della povertà assoluta aumenta prevalentemente nel Mezzogiorno sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%), soprattutto per il peggioramento registrato nei comuni Centro di area metropolitana (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni più piccoli fino a 50mila abitanti (da 7,8% del 2016 a 9,8%). La povertà aumenta anche nei centri e nelle periferie delle aree metropolitane del Nord.
Si confermano le difficoltà per le famiglie di soli stranieri: l’incidenza raggiunge il 34,5%, con forti differenziazioni sul territorio (29,3% al Centro, 59,6% nel Mezzogiorno).
Nel 2017 l’incidenza di povertà assoluta si mantiene più contenuta, e al di sotto del valore medio, tra le famiglie di soli italiani (5,1%), sebbene in aumento (era 4,4% nel 2016), soprattutto nel Mezzogiorno (da 7,5% nel 2016 a 9,1% nel 2017).
Per un adulto (di 18-59 anni) che vive solo, la soglia di povertà è pari a 826,73 euro mensili se risiede in un’area metropolitana del Nord, a 742,18 euro se vive in un piccolo comune settentrionale, a 560,82 euro se risiede in un piccolo comune del Mezzogiorno.
Nel 2017, si stima siano 3 milioni 171mila le famiglie in condizione di povertà relativa (con un’incidenza pari a 12,3% tra tutte le famiglie residenti), per un totale di 9 milioni 368mila individui (15,6% dell’intera popolazione). Di questi, 4 milioni 669mila sono donne (15,1%), 2 milioni e 156mila sono minori (21,5%) e quasi 1 milione e 400mila anziani (10,5%)
Valle d’Aosta (4,4%), Emilia-Romagna (4,6%), Trentino Alto Adige (4,9%), Lombardia (5,5%), Toscana (5,9%), Veneto (6,1%), Piemonte (6,8%), Friuli Venezia Giulia (6,9%), Trento (7,8%), Lazio (8,2%), Liguria (8,5%) e Marche (8,8%) mostrano i valori più bassi dell’incidenza di povertà relativa e inferiori alla media nazionale (Prospetto 16).
La Calabria si discosta significativamente dalle altre regioni del Mezzogiorno e dalla media di ripartizione, presenta il valore più elevato (35,3%), seguita da Sicilia (29,0%) e Campania (24,4%). La Puglia mostra un incremento dell’incidenza di povertà relativa rispetto al 2016 (da 14,5 a 21,6%), in linea con la ripartizione del Mezzogiorno (da 19,7 a 24,7%).
Come la povertà assoluta, la povertà relativa è più diffusa tra le famiglie con 4 componenti (19,8%) o 5 componenti e più (30,2%), soprattutto tra quelle giovani: raggiunge il 16,3% se la persona di riferimento è un under35, mentre scende al 10,0% nel caso di un ultra sessantaquattrenne.
L’incidenza di povertà relativa si mantiene elevata per le famiglie di operai e assimilati (19,5%) e per quelle con persona di riferimento in cerca di occupazione (37,0%), queste ultime in peggioramento rispetto al 31,0% del 2016.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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