Italia seconda per fiducia delle imprese in Europa

Si risveglia la fiducia delle imprese e dei consumatori in tutta Europa, nonostante l’incertezza legata al perdurare della crisi del coronavirus. Il segnale di speranza arriva dalla misurazione della Commissione Ue sul sentimento economico della imprese (indice Esi) che ad agosto, nell’estate atipica del Covid19, ha fatto registrare un forte aumento nell’Eurozona (+6,5 punti) e nella Ue a 27 (+6,9 punti), recuperando circa la meta’ delle perdite combinate dei mesi di lockdown. Una tendenza che vede protagonista l’Italia, dove il sentimento economico e’ salito di 6,7 punti, facendo registrare il secondo aumento piu’ significativo in Europa dopo la Spagna (+7,5) e davanti alla Germania (+6,5). E il miglioramento si legge anche nella fiducia dei consumatori europei, stabile (+0,3 punti), e nelle prospettive sull’occupazione salite di quattro punti in tutto il Continente. Segno che “nonostante la crisi, c’e’ meno pessimismo”, ha commentato il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni. Un ritorno dell’ottimismo confermato anche dall’Istat, che ad agosto ha stimato un aumento della fiducia di entrambi consumatori e imprese italiane. Ma che non tiene conto dell’incognita dei contagi in risalita. Le rilevazioni, raccolte nella prima meta’ di agosto, precedono infatti la sostenuta ripresa delle infezioni arrivata sul finire del mese. Che potrebbe spegnere sul nascere le aspettative sul futuro dopo il crollo dei mesi di chiusure e restrizioni. Soprattutto per quanto riguarda le imprese dei servizi che, con la graduale riapertura delle attivita’ a giugno, hanno trainato le speranze dell’economia europea, facendo registrare l’aumento piu’ marcato del sentimento economico in Ue (+9,4 punti). Ma, sebbene superato dalla rinnovata fiducia, il dato reale del secondo trimestre pubblicato dall’Istat parla chiaro: la serrata ha messo in ginocchio proprio i servizi, causando un crollo del fatturato “senza precedenti”: -21% sul trimestre precedente e -26,2% sullo stesso periodo del 2019. A soffrire di piu’ le imprese legate alla filiera del turismo. Neri, in particolare, i dati delle attivita’ di alloggio e ristorazione che hanno registrato diminuzioni del 62,6% sul primo trimestre e del 71,4% tendenziale, mentre per le agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese il calo tendenziale e’ stato del 33,9%.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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