Nel 2022 il gap complessivo tra imposte e contributi dovuti e quanto effettivamente versato è stato compreso tra 98,1 e 102,5 miliardi di euro, in aumento di circa 3,5 miliardi rispetto al 2021. Lo evidenzia la Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva pubblicata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il divario legato al solo obbligo contributivo è stimato tra 8,4 e 11,6 miliardi, mentre quello tributario tra 89,7 e 90,9 miliardi. La propensione complessiva all’evasione si attesta tra il 16,9% e il 17%. L’economia sommersa, che include le attività intenzionalmente non dichiarate alle autorità fiscali e previdenziali, ha generato un valore aggiunto pari a 182,6 miliardi di euro, il 9,1% del Pil, in crescita del 10,4% rispetto al 2021.
L’incidenza dell’economia non osservata resta più elevata nel Mezzogiorno, dove rappresenta il 16,5% del valore aggiunto complessivo, seguita dal Centro (11,7%). Più contenuti i valori nel Nord-Est (9,4%) e nel Nord-Ovest (8,9%). Maglia nera la Calabria, con il 19,1% del Pil regionale attribuito al sommerso, mentre la Provincia autonoma di Bolzano si ferma al 7,7%.
La relazione del Mef segnala inoltre gli effetti positivi del “canone in bolletta” sulla riduzione dell’evasione del Canone Rai: gli evasori, oltre 7 milioni nel periodo 2011-2015, sono scesi a 1,56 milioni nel 2022, con oltre 22,3 milioni di utenti paganti e un gettito superiore ai 2 miliardi di euro. Il mancato introito si è ridotto a 208,6 milioni, contro i 248 milioni registrati nel 2020.
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