“Nel 2023, più di 5,9 milioni di persone in Italia sono in una condizione di deprivazione alimentare materiale o sociale, con un aumento di circa 680.000 individui rispetto all’anno precedente. A crescere è soprattutto la fascia “invisibile”: chi non rientra nelle soglie Istat di povertà, ma non riesce comunque a mangiare in modo adeguato”. Lo sottolinea in una nota ActionAid, che nel rapporto Fragili equilibri, accende i riflettori anche su una realtà ampia, trasversale e in gran parte sommersa: oltre 4 milioni di famiglie risultano a rischio povertà alimentare. “In un contesto di rincari generalizzati – nel 2023 i prezzi dei prodotti alimentari sono cresciuti del 9,8% – il cibo diventa la prima voce di spesa su cui si taglia. Una scelta obbligata che genera esclusione, non solo tra i più poveri, ma anche tra lavoratori e famiglie con redditi medi” si legge ancora nella nota.“La geografia della povertà alimentare racconta un’Italia divisa. Le situazioni più critiche si registrano nel Mezzogiorno: la Campania conta 877.000 persone in difficoltà, la Puglia 721.000, la Calabria 503.000, la Sicilia 540.000. Tuttavia, la povertà alimentare non risparmia il Nord: in Lombardia sono oltre 714.000, in Veneto oltre 396.000, nel Lazio 745.000. In termini percentuali, la Calabria ha l’incidenza più alta (31,7%), seguita da Puglia (21,3%) e Campania (18,4%). La Lombardia registra l’8,3%, il Lazio il 15,2%. Rispetto al 2019, si rilevano progressi in alcune regioni del Sud, come Basilicata (-14,4 punti) e Sicilia (-13,6), ma emergono segnali allarmanti in territori come la Calabria, che registra +14,8 punti, e la Sardegna con +4,9. Nel complesso, il 2023 segna un’inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti: la deprivazione alimentare è in aumento in tutte le macroaree del Paese, seppure con intensità differenti” si legge nel comunicato.
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