Parte l’assegno unico, a marzo cambia la busta paga

Buste paga piu’ leggere a marzo senza le detrazioni per i figli a carico, soldi che pero’, ricorda l’Inps, arriveranno direttamente sul conto corrente in banca.  Non servira’ l’isee nel caso in cui si abbia un reddito alto e ci si ‘accontenti’ di 50 euro a figlio. L’Inps, che annuncia anche l’avvio di una campagna d’informazione, ricorda la tempistica e le caratteristiche per il sostegno ai figli: l’istituto comunica di aver ricevuto ad oggi 2.280.705 domande di assegno unico per un totale di 3.801.040 figli.

Gli aventi diritto sono circa 7 milioni (per 11 milioni di figli), ne mancano quindi ancora all’appello circa 2 su 3. Per capire come avanzare la richiesta – spiega inoltre l’Inps – da oggi sara’ operativo il sito www.assegnounicoitalia.it dove potranno essere reperite tutte le informazioni sul nuovo strumento. Chi presentera’ la domanda entro il 28 febbraio potra’ ricevere l’assegno gia’ a partire dalla seconda meta’ del mese di marzo. Resta fermo che per le domande inoltrate entro il 30 giugno saranno riconosciuti gli arretrati a partire dal mese di marzo. Mentre per quelle presentate dopo tale data, l’assegno spettera’ dal mese successivo a quello della domanda. A partire dal mese di marzo, in attuazione della normativa, cesseranno le prestazioni attualmente erogate in busta paga o con la pensione per il nucleo familiare e le detrazioni fiscali relative. L’assegno unico sostituisce tutte le altre prestazioni e sara’ erogato da Inps sull’iban indicato dal richiedente.

Per coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza l’assegno verra’ versato in automatico sulla carta RdC, senza bisogno di inoltrare alcuna domanda. Cambia dunque la busta paga e i sostituti d’imposta, i datori di lavoro, dovranno rifare i conti con le nuove aliquote e bunus Irpef. Le novita’ hanno richiesto un po’ di tempo per essere ‘digerite’ quindi, come annunciato dall’Agenzia delle Entrate in una circolare dei giorni scorsi, si prevede un periodo di ‘rodaggio’ fino ad aprile. Oltre alle nuove aliquote cambia anche il bonus di 100 euro (il ‘vecchio’ bonus da 80 euro Renzi poi arrivato a 100 euro) che viene pagato in automatico ai lavoratori sotto i 15mila euro di reddito. Restano comunque le detrazioni per i coniugi a carico e quelle per le spese dei figli oltre i 21 anni. Per quanto riguarda le nuove aliquote introdotte con la manovra 2022 l’imposta (lorda) e’ stata cosi’ modificata: fino a 15.000 euro, 23 per cento; oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro, 25 per cento; oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, 35 per cento; oltre 50.000 euro, 43 per cento. Si passa dal 27% al 25% per la seconda aliquota, dal 38% al 35% per la terza. I redditi sopra i 50mila euro vengono tassati al 43%, con la soppressione dell’aliquota del 41%.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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