Rapporto Pendolaria di Legambiente: agli italiani piace la mobilità in treno

 Cresce la mobilita’ su ferro: agli italiani il treno piace e dove si investe il successo e’ garantito, da Nord a Sud, dall’alta velocita’ alle linee metropolitane. Per i pendolari c’e’ una buona notizia, sono in arrivo nuovi treni, ma nel Meridione e per chi sta fuori dalla rete veloce i problemi rimangono rilevanti. Ad aumentare sono, infatti, anche le differenze tra le Regioni e le diversi parti del Paese. La differenza di dotazione di trasporto su ferro delle aree urbane italiane rispetto all’Europa rimane rilevantissima ed e’ una delle cause dello smog che attanaglia le citta’ italiane. Legambiente ha presentato a Palermo Pendolaria 2019, il suo rapporto annuale sul traporto ferroviario in Italia, per fare il punto su che cosa si muove e che cosa no sulla rete, in termini di soldi, convogli e persone, e approfondire i risultati prodotti dagli investimenti. Pendolaria, dal 2008, racconta numeri e storie, buone pratiche e denunce da parte dei comitati pendolari che vengono raccolte durante l’anno e sono consultabili sul sito www.pendolaria.it.

 Il 2019 e’ stato per il nostro trasporto ferroviario un anno particolare: ha celebrato i dieci anni dall’entrata in funzione delle linee ad alta velocita’ e diversi cambiamenti tanto sulle linee nazionali, con la concorrenza tra treni veloci, quanto nelle Regioni, che hanno ormai tutte un contratto di servizio con gli operatori del servizio ferroviario. I numeri sono in aumento sia per i treni a lunga percorrenza, in particolare con il clamoroso successo dell’alta velocita’, sia per i treni regionali e le linee metropolitane laddove presenti. Cinque milioni e 699mila persone prendono ogni giorno in Italia treni regionali e linee metropolitane. Nel 2018, rispetto all’anno precedente, circa 45mila persone in piu’ hanno preso i treni regionali (+1,6%) e anche coloro che utilizzano le linee metropolitane sono aumentati, con quasi 65mila viaggiatori giornalieri in piu’ (+2,4%). Nel 2014 il numero di viaggiatori era complessivamente di 5,1 milioni, per cui si deve segnalare una crescita dell’11,7% in cinque anni. Nel dettaglio, i passeggeri che usufruiscono del servizio ferroviario regionale sono 2milioni e 919mila, di cui 1,413 milioni utilizzano i convogli di Trenitalia e 1,506 milioni quelli degli altri 20 concessionari. L’aumento di passeggeri sui treni regionali dal 2010 a oggi e’ stato dell’8,2%. Due milioni e 78mila persone al giorno prendono, invece, le metropolitane presenti in 7 citta’ italiane (Milano, Roma, Napoli, Torino, Genova, Brescia e Catania), con un aumento complessivo di quasi 65mila passeggeri tra il 2018 e il 2017, dovuto in particolare alle linee di metro di Milano, Catania e Brescia dove si registra una crescita costante e consistente. Il numero di coloro che invece ogni giorno prendono il treno per spostarsi su collegamenti nazionali e’ di circa 50mila persone sugli Intercity e 170mila sull’alta velocita’ tra le Frecce di Trenitalia ed Italo. I numeri sono complessivamente in aumento, ma con rilevanti differenze: mentre sugli Intercity tra il 2010 ed il 2018 abbiamo una riduzione che sfiora il 46%, sulle Frecce di Trenitalia si verifica un +114%, incluso Italo che e’ in forte crescita

In 10 anni il bilancio dell’alta velocita’ e’ imponente: i numeri sono cresciuti di anno in anno, grazie al raddoppio della flotta dei treni AV: 74 nel 2008, 144 nel 2019. I passeggeri trasportati sui treni AV di Trenitalia sono passati dai 6,5 milioni del 2008 a 40 milioni nel 2018, con un aumento del 517%. Ma anche i dati del trasporto regionale sono significativi. Per esempio, in Lombardia 802mila persone prendono il treno ogni giorno: +6,9% tra il 2017 e il 2018 e +43,4% rispetto al 2009 quando erano 559mila. In Alto Adige, grazie a investimenti in nuovi treni e corse frequenti, i passeggeri sono triplicati sulle linee riqualificate (da 11.000 nel 2011 a quasi 30.000). Sono 31mila i viaggiatori in piu’ in Puglia e 100mila in Emilia-Romagna. O nelle citta’, come a Milano dove le linee di metropolitana segnano una continua crescita, con 12,5 milioni di passeggeri in piu’ nei primi 9 mesi del 2019 (+4,7% rispetto al 2018); a Firenze dove il tram trasporta oltre 93.000 persone al giorno e a Bergamo dove nel 2018 il Tram delle Valli ha trasportato 3,75 milioni di passeggeri (+5,7% rispetto al 2016). Le situazioni positive sono tante e Legambiente racconta nel rapporto 57 buone pratiche. Tra le notizie liete per i pendolari, c’e’ l’arrivo di nuovi treni. Sono 2.894 i treni in servizio nelle regioni ogni giorno, da Ragusa ad Aosta, gestiti dai diversi concessionari (Trenitalia, Trenord, CTI, Atac, etc.). L’eta’ media dei convogli sulla rete ferroviaria regionale sta calando (in particolare al nord e nel centro Italia), e’ arrivata a 15,4 anni, grazie al trend iniziato negli scorsi anni con l’immissione di nuovi convogli di Trenitalia.

Con gli investimenti realizzati da alcune Regioni sono inoltre entrati in esercizio circa 450 treni nuovi, in particolare in Toscana, Lombardia, Emilia-Romagna (l’unica Regione, insieme alla Valle d’Aosta, dove in questi anni e’ stata effettuata una gara per scegliere il gestore del servizio ferroviario regionale), Provincia di Trento, Lazio e Campania. Infine, gli investimenti decisi nella XVII legislatura, stanno permettendo complessivamente nel quadriennio 2017-2020 l’entrata in circolazione di 210 nuovi treni. Per quanto riguarda gli Intercity, si stanno investendo 300 milioni tra revamping e la riconversione dell’intera flotta. Tra le diverse parti d’Italia perdurano, tuttavia, differenze enormi nella qualita’ e nell’offerta del servizio ferroviario. In alcune aree il servizio e’ tra i piu’ competitivi al mondo, come tra Firenze e Bologna dove l’offerta, per quantita’ e velocita’ dei treni, non ha paragoni in Europa; ma fuori dalle direttrici principali dell’alta velocita’ e dalle Regioni che in questi anni hanno investito, la situazione del servizio sta peggiorando, con meno treni in circolazione e, di conseguenza, meno persone che prendono il treno. In particolare il Meridione continua a soffrire di un’assenza di progetto. Nel complesso, dopo anni di tagli, la quantita’ di treni regionali in servizio, considerati tutti i gestori, e’ risalita al livello del 2010. In Lombardia, in Emilia-Romagna e in Veneto aumentano le persone che prendono il treno, in Piemonte il numero di passeggeri torna a superare il livello del 2011 nonostante la soppressione del servizio su alcune linee. Anche in Sicilia si e’ recuperato in parte il crollo dei passeggeri avvenuto negli ultimi anni, e oggi sono 42mila i viaggiatori al giorno (tra Trenitalia e Circumetnea). Negativa la situazione in Campania, dove tornano a calare i passeggeri, passando dai 467.000 del 2011 a 262.000 nonostante negli ultimi anni il trend fosse in miglioramento. In negativo anche i dati in Molise (-11% di passeggeri e la Termoli-Campobasso chiusa), in Umbria e soprattutto in Basilicata dove il calo si attesta sul 34%. Per i convogli a lunga percorrenza finanziati con il contributo pubblico, principalmente gli Intercity, l’offerta treni/chilometri e’ scesa del 16,7% dal 2010 al 2018 e i passeggeri sono diminuiti conseguentemente del 42,8%.

Con gli investimenti realizzati da alcune Regioni sono inoltre entrati in esercizio circa 450 treni nuovi, in particolare in Toscana, Lombardia, Emilia-Romagna (l’unica Regione, insieme alla Valle d’Aosta, dove in questi anni e’ stata effettuata una gara per scegliere il gestore del servizio ferroviario regionale), Provincia di Trento, Lazio e Campania. Infine, gli investimenti decisi nella XVII legislatura, stanno permettendo complessivamente nel quadriennio 2017-2020 l’entrata in circolazione di 210 nuovi treni. Per quanto riguarda gli Intercity, si stanno investendo 300 milioni tra revamping e la riconversione dell’intera flotta. Tra le diverse parti d’Italia perdurano, tuttavia, differenze enormi nella qualita’ e nell’offerta del servizio ferroviario. In alcune aree il servizio e’ tra i piu’ competitivi al mondo, come tra Firenze e Bologna dove l’offerta, per quantita’ e velocita’ dei treni, non ha paragoni in Europa; ma fuori dalle direttrici principali dell’alta velocita’ e dalle Regioni che in questi anni hanno investito, la situazione del servizio sta peggiorando, con meno treni in circolazione e, di conseguenza, meno persone che prendono il treno. In particolare il Meridione continua a soffrire di un’assenza di progetto. Nel complesso, dopo anni di tagli, la quantita’ di treni regionali in servizio, considerati tutti i gestori, e’ risalita al livello del 2010. In Lombardia, in Emilia-Romagna e in Veneto aumentano le persone che prendono il treno, in Piemonte il numero di passeggeri torna a superare il livello del 2011 nonostante la soppressione del servizio su alcune linee. Anche in Sicilia si e’ recuperato in parte il crollo dei passeggeri avvenuto negli ultimi anni, e oggi sono 42mila i viaggiatori al giorno (tra Trenitalia e Circumetnea). Negativa la situazione in Campania, dove tornano a calare i passeggeri, passando dai 467.000 del 2011 a 262.000 nonostante negli ultimi anni il trend fosse in miglioramento. In negativo anche i dati in Molise (-11% di passeggeri e la Termoli-Campobasso chiusa), in Umbria e soprattutto in Basilicata dove il calo si attesta sul 34%. Per i convogli a lunga percorrenza finanziati con il contributo pubblico, principalmente gli Intercity, l’offerta treni/chilometri e’ scesa del 16,7% dal 2010 al 2018 e i passeggeri sono diminuiti conseguentemente del 42,8%.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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