Secondo quanto emerge dall’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità, condotto da Nomisma per UniSalute, i servizi legati alla salute risultano tra i più richiesti e apprezzati, ma ancora oggi solo una minoranza delle imprese italiane prevede una qualche forma di sanità integrativa per i propri dipendenti. La ricerca, infatti, ha rilevato come solo il 45% delle aziende includa la sanità integrativa nel proprio piano di welfare, con una maggiore diffusione al Nord (51%) e al Centro (49%) rispetto al Sud (34%). Tra i lavoratori che ancora non beneficiano della sanità integrativa, spiega il comunicato di Unisalute, ben tre su quattro (75%) affermano che vorrebbero venisse introdotta nella loro azienda. Avere dei servizi sanitari inclusi nel proprio contratto di lavoro, dunque, risulta un’opportunità sempre più interessante, in un contesto in cui solo l’8% degli italiani crede che in futuro il sistema pubblico potrà rispondere da solo a tutti i loro bisogni di salute. Chi invece ha già una copertura sanitaria nel contratto di lavoro apprezza soprattutto alcuni vantaggi: il rimborso delle spese per visite ed esami e le prestazioni mediche con medici convenzionati (71%) sono i servizi più utilizzati, seguiti dalle cure dentistiche (57%), dai pacchetti di prevenzione (54%) e dai rimborsi per lenti e occhiali (45%). Solo il 41% dei lavoratori si dichiara però veramente soddisfatto dell’offerta di sanità integrativa della propria azienda, a dimostrazione che esiste ancora un ampio margine di miglioramento. Restano ad esempio poco diffuse coperture come i pacchetti maternità (20%), il supporto per percorsi piscologici e di psicoterapia (15%) e i servizi di telemedicina (12%). Solo il 21% delle aziende, inoltre, offre servizi di assistenza per familiari anziani o non autosufficienti.
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