Confindustria Abruzzo si aggiunge al coro di no al deposito di gas di petrolio liquefatto di Ortona. Con Ascom Abruzzo, associazione d’imprese del commercio, con le organizzazioni ambientaliste, assieme ai comitati cittadini e ad alcuni parlamentari abruzzesi, Confindustria è certa che per la realizzazione del corridoio trasversale Tirreno – Adriatico la centralità del porto di Ortona sia strategica per il futuro sviluppo economico ed industriale del centro Italia. Obiettivo, questo, che è distante dal progetto dell’impianto di stoccaggio, spiega la confederazione degli industriali abruzzesi.Domani, da Roma riparte la procedura di autorizzazione per il progetto di deposito da 25 metri cubi che la Seastock srl, del gruppo Walter Tosto, vorrebbe realizzare nell’area portuale di Ortona per stoccare ingenti quantitativi di gas di petrolio.”Un intervento così invasivo – spiegano da Confindustria regionale – vanificherebbe tutti gli sforzi fatti in questi anni per rendere fruibili i porti di Ortona e Vasto ad uno sviluppo del centro Italia verso l’area Balcanica e verso il basso Mediterraneo. Mai come adesso è fondamentale chiudere grandi opere infrastrutturali, sulle quali si discute da troppi anni, a cominciare dalla rete ferroviaria ad alta velocità ed alta capacità Roma-Pescara, già inserita sul piano nazionale delle grandi infrastrutture”. L’iter di autorizzazione è rimasto in sospeso dal 2018 per l’impianto e le organizzazioni di categoria chiedono di chiudere definitivamente la questione “perché la regione Abruzzo, l’autorità portuale ed il ministero dello sviluppo Economico si concentrino sulla nomina del comitato d’indirizzo e del commissario della Zes (Zona economica speciale) che, da troppo tempo, resta ancora non operativa”, conclude Confindustria.
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