Elezioni, l’analisi dei flussi di voto dell’Istituto Cattaneo

“Al netto della fortunata vittoria di Alessandra Todde su Paolo Truzzu, le tendenze sottostanti” le elezioni regionali in Sardegna a Abruzzo “sono simili”. E’ qunato sostiene l’istituto Cattaneo, nell’analisi del voto all’indomani della consultazione in Abruzzo.

“L’area elettorale del centrodestra si consolida, grazie ad un astensionismo relativamente basso tra i suoi elettori del 2022 e a piccoli apporti aggiuntivi che vengono per lo piu’ dall’astensione o dal cosiddetto Terzo polo. Segno che, in questa parte dell’elettorato, la fiducia nel governo guidato da Giorgia Meloni rimane stabile – si precisa -. Il cosiddetto campo largo (il centrosinistra tradizionale allargato al Movimento 5 Stelle), tanto nella geometria sarda (Pd, M5s, altri minori da un lato; Az, Iv, +Eur dall’altro), tanto in quella abruzzese (tutti insieme), soffre di fuoriuscite piu’ consistenti verso l’astensione o di flussi diretti verso la coalizione avversaria. Si tratta di una dinamica quasi inevitabile. Da un lato, e’ strettamente necessario che la coalizione si allarghi, per evitare il ripetersi indefinito della asimmetria che ha moltiplicato la vittoria in seggi del centrodestra alle elezioni politiche del 2022. Dall’altro, l’elettorato di quest’area e’ attraversato da varie linee di frattura al suo interno: da una reciproca ostilita’ deliberatamente coltivata dai leader verso i leader e i simboli dei partiti oggi potenziali alleati, da una diversita’ di posizioni su vari temi (di politica interna ed internazionali) piu’ profonda rispetto all’elettorato di centrodestra”.

“Non a caso, le due componenti piu’ volatili di questa area elettorale sono rintracciabili, attraverso le nostre analisi dei flussi, da un lato tra gli elettori del M5s e dall’altro tra gli elettori della componente liberale ed europeista rappresentata dalle sigle che a Bruxelles aderirebbero a Renew Europe (Azione, Iv, +Europa). Nel primo caso, prevale, come del resto gia’ in passato, la tendenza ad astenersi in occasione di elezioni locali. Nel secondo, la tendenza a ricollocarsi o a tornare verso il centrodestra, soprattutto quando, come nel caso abruzzese, i partiti dell’area liberale ed europeista sono alleati con il M5s – si sostiene -. In questo quadro, gli equilibri all’interno del centrodestra rimangono abbastanza stabili, con variazioni che di volta in volta riflettono specificita’ locali. Come previsto da nostre precedenti analisi, Forza Italia, lungi dallo scomparire, si giova della stabilita’ del quadro governativo e si riafferma come forza moderata all’interno della maggioranza, in un rapporto proficuo con la presidente del Consiglio. La Lega, viceversa, vede ridotta la sua ambizione nazionale, sia per la minore attrattiva del leader, sia per la progressiva fuoriuscita del ceto politico che, soprattutto al Sud e al Centro, aveva incluso tra i suoi ranghi dal 2018 e che ora tende a defluire verso partiti che offrono maggiori opportunita’ di rielezione”.

“FdI si conferma baricentro della macro-area, in Abruzzo meglio che in Sardegna, grazie anche al maggiore radicamento dei suoi candidati al consiglio regionale – si aggiunge -. Alcune tendenze registrate nelle elezioni abruzzesi sono state sovradimensionate nelle letture del primo giorno. Forza Italia non fa un enorme balzo in avanti in Abruzzo. Continua la lenta ripresa che, in Abruzzo, l’aveva gia’ portata al’11,1% nel 2022. Alle regionali, avendo candidati al consiglio che trainano piu’ dei candidati di altri partiti (come del resto nel caso dei Moderati e del risorto Udc), arriva al 13,4%”. “Il maggiore successo del centrodestra nella provincia de L’Aquila riflette una caratteristica di lungo termine del voto abruzzese, che in questo caso e’ risultata solo piu’ accentuata – si continua -. In ogni caso, il dato de L’Aquila non e’ risultato determinante, perche’ a parte il consueto successo del centrosinistra nelle grandi citta’, e segnatamente a Pescara, il centrodestra e’ risultato prevalente in tutte le province. A questo riguardo e’ utile soprattutto confrontare i risultati delle elezioni regionali 2024 con quelle del 2019 dopo avere riaggregato i dati in base alle stesse aree (campo largo e centrodestra). Va ricordato, naturalmente, che nel 2019 centrosinistra e M5s non erano alleati. In questo modo, si nota come gia’ nel 2019 esistesse una chiara divaricazione tra le province di L’Aquila e Teramo da un lato, Pescara e Chieti dall’altra. Cioe’ tra le province piu’ rivolte verso l’interno e quelle piu’ rivolte verso la costa. Mentre nel 2019 questo portava ad un ribaltamento degli equilibri elettorali, nel 2024, pur permanendo differenze simili, il centrodestra prevale ovunque”.

“Per verificare e documentare le tendenze citate in precedenza riguardo all’assestamento delle due macro-aree politiche, abbiamo stimato i flussi di voto dalle politiche 2022 alle regionali del 2024. Abbiamo potuto farlo solo con riguardo alla citta’ di Pescara, l’unica che per dimensioni e numero di sezioni elettorali consente di applicare il nostro modello statistico. E’ bene sottolinearlo proprio considerando alla specificita’ negli equilibri tra destra e sinistra che si registra a Pescara citta’ che abbiamo appena richiamato. Le stime – si spiega – confermano che il M5s perde elettori del 2022 soprattutto verso l’astensione e che la micro-area Renew Europe costituta da Azione, Italia viva e +Europa ne perde soprattutto verso il centrodestra. Le perdite del M5s registrate verso l’astensione a Pescara sono piu’ contenute di quanto ci si poteva aspettare considerando altri casi precedenti, e sono state verosimilmente piu’ ampie in altre parti del territorio abruzzese. Allo stesso modo, il flusso di voti dal centrodestra (soprattutto FdI 2022) verso il candidato del centrosinistra, l’economista di Chieti Luciano D’Amico, appaiono giustificate dalle particolari caratteristiche del contesto urbano. Si noti che in questo caso abbiamo stimato anche il comportamento di voto degli iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire). Le nostre stime dimostrano che questi elettori, formalmente inclusi nella base elettorale (tra gli aventi diritto al voto) delle elezioni regionali ed amministrative, non partecipano a tali consultazioni se non in un numero impercettibile. Dunque, questi elettori fanno artificialmente crescere il tasso di astensionismo ufficiale.”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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