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“Mentre si parlava ossessivamente di chiudere le discoteche non ci si davano i poteri per poter aprire i reparti di terapia intensive in ospedale. Penso che tutta l’Italia passera’ da qui a pochi giorni in zona rossa, se non si inverte la situazione. Spero vivamente che le misure presentate dal Comitato scientifico e avallate da ministero e Istituto superiore di sanita’, funzionino. E’ legittimo che dal semplice cittadino al presidente della Regione si possano avere perplessita’ sul fatto che chiudere bar e ristoranti possa davvero salvare l’Abruzzo”. Questi alcuni dei passaggi delle dichiarazioni rilasciate pochi minuti fa dal presidente della Regione Marco Marsilio all’emittente televisiva locale Rete8. Come gia’ fatto in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Marsilio ha ribadito che “purtroppo la capacita’ di resistenza del nostro sistema sanitario trova dei limiti nelle opere che avevamo programmato e inserito nel piano di potenziamento. Non abbiamo avuto la possibilita’, fino a 30 giorni fa, di realizzare. E questo si paga. E’ stata una scelta politica fatta dal Governo e il Parlamento a maggio”. Marsilio ha quindi annunciato che oggi arriveranno in Abruzzo altri 11 ventilatori e che nei prossimi giorni saranno attrezzati altri 30 posti di terapia intensiva e 30 di sub-intensiva, ma ha anche ribadito che le terapie intensive hanno superato il 30%, la soglia di allarme, e che comunque “se si continuano ad avere 500-600 positivi che comportano 30 ricoveri ogni sacrosanto giorno, con 4-5 persone che finiscono in terapia intensiva, la capacita’ di espansione trova un suo limite fisico. I ventilatori si fabbricano – ha aggiunto – anestesisti e rianimatori no. Queste risorse umane non ci sono e del perche’ nelle scuole di specializzazione non si forma un numero sufficiente di medici specialisti potremmo parlare a lungo. E’ un discorso da affrontare in altra sede”
