Reddito di libertà, strumento sulla strada dei diritti delle donne

Il “Reddito di libertà” rappresenta un importante strumento di emancipazione economica per le donne vittime di violenza, come sottolineato dall’Assessore regionale alla Cultura, Formazione Professionale e Politiche Sociali, Roberto Santangelo. Questo intervento è concepito per sottrarre le donne dalla violenza economica perpetrata da mariti, fidanzati e padri.

Il “Reddito di libertà” è un contributo economico destinato alle donne vittime di violenza che si trovano in condizioni di povertà, con o senza figli, e che sono seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali. Santangelo ha evidenziato l’importanza di questa misura, voluta principalmente dalla Ministra Eugenia Roccella, come un sostegno concreto per il riscatto e l’autonomia economica delle donne che hanno denunciato le violenze subite. “Quando una donna decide di uscire da una situazione di violenza, merita di essere supportata nel suo percorso di emancipazione”, ha aggiunto Santangelo.

Recentemente, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto della Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, in accordo con il Ministro del Lavoro e il Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha ufficializzato i criteri di ripartizione delle risorse, permettendo così l’entrata in vigore del “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza”. Le risorse previste ammontano a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026, a cui si aggiungerà un ulteriore milione, strutturale, stanziato dall’ultima legge di bilancio.

La misura prevede un sostegno mensile di 500 euro pro capite, per un massimo di 12 mensilità.

Le domande per accedere a questo importante aiuto devono essere presentate all’INPS tramite gli operatori comunali del Comune di riferimento. Per ulteriori dettagli, si invita a consultare la circolare applicativa della misura disponibile sul sito dell’INPS.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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