“Il messaggio che lanciamo gli italiani è che non c’è nessuna contrapposizione alla magistratura, esattamente il contrario. Noi vogliamo dare al cittadino la certezza che quando entra in un’aula di giustizia c’è un giudice terzo ed imparziale, diverso da chi difende come diverso da chi accusa. È un triangolo isoscele che alla base ha accusa e difesa alla stessa distanza dal giudice. Tutto qui”. Così il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, rispondendo a una domanda dei giornalisti a margine del convegno organizzato a Francavilla al Mare dal Coordinamento regionale di Forza Italia Abruzzo e dal Dipartimento Giustizia e Affari Costituzionali dal titolo ‘La riforma della giustizia di Forza Italia – Dalla separazione delle carriere alla riforma del Csm’. “Io chiedo se – aggiunge il viceministro – un cittadino entra in un’aula e sa che il giudice è diverso da chi lo accusa come da chi lo difende, si sente più o meno rassicurato. La metafora è quella semplice dell’arbitro che non deve appartenere a nessuna delle due città delle squadre che scendono in campo. Quindi è soltanto una giustizia più equa, più giusta, secondo quello che la stessa Costituzione disegna. Poi diciamo, ognuno combatte le battaglie che deve, che ritiene”.
“È una riforma la nostra che esalta il ruolo del giudice terzo, non è contro i giudici, ma vuole un processo giusto dove il cittadino deve sentirsi nella condizione di poter essere giudicato con equità”. Lo ha detto il ministro degli Affari esteri e segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, intervenuto telefonicamente al convegno.
“La magistratura deve essere veramente autonoma ed indipendente dalla politica: a sostegno della nostra tesi diciamo che non vogliamo affatto che i pubblici ministeri siano scelti dal Governo. Abbiamo sempre detto l’esatto contrario, devono essere assolutamente indipendenti. Come devono essere indipendenti i magistrati giudicanti? Questo è uno dei grandi temi che dobbiamo affrontare”.
“Crediamo in un processo giusto – ha spiegato – e vogliamo che non ci sia la politicizzazione della magistratura e non vogliamo le correnti all’interno della magistratura: vogliamo che il giudice terzo possa essere colui che valuta, se pesa di più sul piatto da bilancia quello che ha proposto l’accusa o quello che ha proposto la difesa, cioè se valgono più le prove che ha portato l’accusa o le prove che ha portato la difesa”. “È una riforma la nostra – ha aggiunto – che esalta inoltre la nostra cultura, il diritto romano che aveva due regole fondamentali: il ‘dubio pro reo’, nel dubbio sempre a favore dell’imputato, mentre qua si vuole fare l’esatto contrario. Siamo la patria di Cesare Beccaria e qua si vuole trasformarla in un paese giustizialista da parte di alcuni. E poi ‘Nulla poena sine lege’ (nessuna pena senza legge, ndr): Berlusconi venne condannato con una legge che lo accusava per qualche cosa che era stato commesso prima che entrasse in vigore la legge. Ecco, quindi queste cose non devono più accadere”.
“Questa è una riforma a vantaggio dei cittadini per una giustizia più giusta e per ridare un po’ di credibilità ad una magistratura che purtroppo, a causa del correntismo, che esiste solo in Italia e che è il male assoluto, che ha minato l’affidabilità e la credibilità della magistratura”. Così il deputato Nazario Pagano, segretario regionale di Forza Italia Abruzzo e presidente della Commissione Affari Costituzionali. “C’è innanzitutto – spiega Pagano – la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere e sulla composizione del Csm: una riforma epocale che Forza Italia ha voluto da sempre, quindi dai tempi in cui c’era ancora Silvio Berlusconi, che ha sempre creduto nella necessità di separare le carriere tra il magistrato giudicante e il magistrato requirente; a questa riforma però è stato anche associato, il cosiddetto sorteggio. Per poter scegliere i componenti del Consiglio superiore della Magistratura, sia per quanto riguarda i giudicanti sia per quanto riguarda i requirenti, sarà necessario il sorteggio”. “Questo – sottolinea – sarà un colpo di grazia che daremo alle correnti, al correntismo”.