Servizi assistenziali sanitari ed educativi a rischio, Alleanza delle Cooperative scrive all’assessore Verì

“In Abruzzo si continua a non riconoscere il valore dei servizi socio-assistenziali, socio-sanitari ed educativi erogati dalle cooperative sociali che hanno dato un importante contributo alla tenuta del sistema di welfare territoriale durante l’emergenza Covid”. È questo il messaggio contenuto nella lettera che l’Alleanza delle Cooperative Abruzzo, che riunisce Federsolidarietà Confcooperative, Legacoopsociali e Agci Sociale, ha inviato agli assessori regionali Nicoletta Verì (Sanità) e Piero Fioretti (Lavoro e Politiche Sociali), all’Anci e ai sindacati.

Nel documento si stigmatizza la ripresa di questi servizi senza aver consultato le rappresentanze della cooperazione: “Già con precedenti note – si legge – abbiamo fatto presente come un confronto rappresentasse un passaggio fondamentale per consentire la ripresa dei servizi. Con nostro disappunto, la Regione ha preferito dettare le regole di ripresa senza previa consultazione delle parti sociali e delle cooperative sociali, che gestiscono i servizi pubblici”. A tutto questo “si aggiunge il diniego dell’Anci, in rappresentanza degli enti locali committenti, di rispondere solidalmente con le cooperative dei costi insopprimibili dei servizi sociali affidati e sospesi per effetto dell’emergenza covid”.

Il riavvio dei servizi, regolato dal piano territoriale adottato dalla Regione Abruzzo con l’ordinanza 71 dell’8 giugno, richiede un percorso di co-progettazione con gli enti gestori. “È evidente che i servizi non possono essere erogati secondo le modalità pre-covid. Al momento dell’affidamento dei servizi, l’importo a base di gara era stato elaborato tenendo conto di parametri diversi rispetto a quelli che l’emergenza attuale ci impone: totalmente diversa è la gestione della sicurezza dei lavoratori, degli utenti, degli spazi di lavoro, delle attrezzature, parimenti diversa è la determinazione del numero di operatori necessari per garantire determinate prestazioni, o il numero di persone che possono essere servite in un dato arco temporale. Dal confronto con le nostre associate è emerso che molti degli enti locali committenti si stanno rifiutando di riconoscere costi diversi dalle spese strettamente connesse al personale. Inspiegabilmente e vergognosamente, molti enti locali si stanno disinteressando dei maggiori costi di gestione del welfare territoriale, conseguenti all’emergenza covid”.

Di Fabio Di Bartolomeo

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