Legambiente Abruzzo critica l’emendamento noto come “salva Pescara”, approvato recentemente dalla Regione Abruzzo, che riduce dal 20% al 10% la quota di spiagge libere per le città con più di 70.000 abitanti. “Questa modifica non solo limita l’accesso gratuito e pubblico al mare, ma compromette il valore delle spiagge come bene comune, accessibili a tutti i cittadini, senza discriminazioni” si legge in una nota.
“Mentre nella nostra regione continuano a crescere povertà assoluta e lavoro precario – dichiara Silvia Tauro, presidente di Legambiente Abruzzo – e dall’altra parte aumentano i prezzi medi per lettini e ombrelloni, anche a causa dei costi energetici che colpiscono le imprese balneari al pari delle altre, escludere per legge il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge nella maggiore città costiera abruzzese, oltre che dal punto di vista ambientale, è un atto iniquo dal punto di vista sociale. Le nostre spiagge prima che un attrattore turistico sono un bene comune.”
Negli anni il Rapporto Spiagge dell’associazione ha già evidenziato “come questa tendenza stia escludendo sempre più cittadini, creando un monopolio delle aree balneari e restringendo l’accesso a coloro che non possono permettersi stabilimenti privati. L’emendamento approvato accentua questa problematica, togliendo ulteriore spazio alla fruizione pubblica, soprattutto in un momento in cui la crisi sociale ed economica rende più urgente l’accesso gratuito e paritario al mare per tutti”, si legge ancora nella nota.