Acqua, Abruzzo, in 30 anni dispersione nella rete dal 33% al 55%

La dispersione dell’acqua dalla rete idrica in Abruzzo e’ passata negli ultimi trenta anni dal 33,8%, certificato dall’Istat nel 1990, al 55,6% del 2018, come risulta da una indagine recente di Confartigianato, con il triste primato di maglia nera d’Italia. Tutto questo nonostante i tentativi di ammodernare la rete e di provvedere, anche con riforme a livello regionale, ad affrontare un problema che e’ tra le cause principali della carenza idrica in cui si trova la regione nel 2021. Gia’ nel 1990, secondo dati Istat, l’Abruzzo, con il 33,8%, si collocava tra le regioni italiane a piu’ alta dispersione idrica, a fronte di una media nazionale del 27,1%. Nel 2002 l’assessore regionale ai lavori Pubblici, Giorgio De Matteis, denunciava la dispersione di oltre il 50% delle risorse idriche a causa di omissioni in tema di manutenzione.

Nel 2012 secondo dati Istat l’Abruzzo era la sesta regione d’Italia per dispersione idrica: il 42,3% dell’acqua immessa in rete non era arrivata agli utenti finali. Nel 2014, rilevava l’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, il 53% dell’acqua immessa nella rete idrica abruzzese andava disperso. L’ultima rilevazione, relativa al 2018 in base a uno studio di Confartigianato, pone l’Abruzzo come maglia nera d’Italia con la dispersione idrica arrivata al 55,6% rispetto al 42% di media nazionale, con tre province su quattro tra le peggiori in Italia: Chieti, L’Aquila e Pescara, rispettivamente al terzo, quarto e decimo posto della classifica nazionale.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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