Agroalimentare, studio Unicredit-Prometeia: 65mila aziende in Abruzzo e Molise

Circa 250 miliardi di euro di valore della produzione nel 2022 generati da 1,2 milioni di imprese e 1,5 milioni di addetti. Con circa 6.4 miliardi di euro, l’Abruzzo e il Molise generano il 2.6% del fatturato dell’Agrifood italiano e vantano un’elevata specializzazione in diverse filiere del comparto.

La diffusione delle imprese è estesa a tutte le province, con la provincia di Chieti che si distingue per il maggior numero di specializzazioni (dalle produzioni propriamente agricole alla produzione di olio, vino e pasta). Specializzazioni che fanno capo a 65 mila imprese, pari al 5.5% del tessuto imprenditoriale dell’Agrifood nazionale, e oltre 68 mila addetti. E’ quanto emerge dal Forum delle Economie di UniCredit, dove è stata presentata una analisi di Prometeia sulle prospettive dell’agrifood con un focus sull’Abruzzo e sul Molise.

La stragrande maggioranza delle oltre 65 mila imprese localizzate in Abruzzo e Molise dell’agrifood ha un fatturato inferiore a 2 milioni di euro (in particolare, nel comparto agricolo quelle che superano i 2 milioni di fatturato sono solamente 83). Un tessuto produttivo di piccole e piccolissime imprese che riveste però una grande rilevanza all’interno dei singoli territori, sia in termini produttivi che occupazionali, con punte superiori alla media regionale per le provincie di Chieti e di Teramo (circa il 10% dell’incidenza della produzione Agrifood sul totale dell’economia provinciale e superiori al 15% sui livelli occupazionali).

Le imprese abruzzesi e molisane hanno ottenuto buone performance sui mercati esteri (+9.3% la crescita media annua delle esportazioni abruzzesi, +19.2% di quelle molisane di agrifood nell’ultimo quinquennio, contro il +8.3% medio italiano). Un risultato conseguito in particolare grazie agli exploit dell’industria molitoria, della pasta e del vino. Sul fronte export, le regioni evidenziano tuttavia ancora importanti spazi di crescita, che potranno essere colti solamente superando i limiti dimensionali delle imprese che ostacolano un pieno accesso alle opportunità offerte dai mercati internazionali (solo il 2% dell’export italiano di Agrifood è originato nelle regioni Abruzzo e e Molise).

Sul fronte interno, il turismo e i consumi fuori casa hanno fornito un importante sostegno alla crescita del mercato interno della filiera, a fronte di consumi domestici, penalizzati dall’elevata inflazione. I numeri del turismo, in particolare, mostrano un trend positivo per l’Abruzzo, che già nel 2022 aveva quasi recuperato i livelli pre Covid e in un’ottica di lungo periodo incrementato sia le presenze sia la permanenza dei turisti, soprattutto stranieri. Un segnale importante nella direzione di intercettare non solo un turismo di passaggio o di prossimità ma anche esperienziale, con potenziali impatti positivi sulla filiera agroalimentare. L’attrattività del territorio si è arricchita negli ultimi anni di una formidabile infrastruttura nella provincia di Chieti, la Via Verde della Costa dei Trabocchi. Un volano dalle potenzialità enormi per attrarre nuovi turisti e mettere in connessione i territori che vi gravitano attorno, sostenendo lo sviluppo della filiera agroalimentare.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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