Nelle aree interne la crisi demografica corre a velocità doppia rispetto al trend nazionale. I dati sono raccolti in un articolo sul quotidiano Il Sole 24 ore in edicola che “i territori interni segnano una perdita di residenti del 5% sul 2014, contro il 2,2% della media nazionale. In particolare, quelli più periferici – secondo le classificazioni Istat – registrano un calo ancora più marcato:7,7% , sempre nel decennio”.
“Nelle aree interne si trova il 48% dei Comuni italiani, dove vivono 13,6 milioni di persone e quindi poco meno di un quarto della popolazione italiana”, si legge ancora nell’articolo e il trend di spopolamento non sembra accenni a diminuire. Non ne è esente l’Abruzzo, con le province dell’Aquila al 13mo posto a livello nazionale e di Pescara, al 20mo posto, che rientrano in questa classifica dei territori coi cali più marcati. L’Aquila, che ha il 64,8% di Comuni in aree interne, ha fatto segnare un -9.9% di popolazione. Pescara invece, con un 65,2% di Comuni in aree interne, fa segnare un -9%. Su un totale di 3.834 enti locali inclusi nella mappatura, sono 382 quelli meno serviti (ultraperiferici) per cui il tempo medio di percorrenza per raggiungere i servizi essenziali risulta superiore a 65 minuti. Tra questi 22 sono in provincia di Chieti,
La definizione di comune “ultraperiferico” – hanno spiegato in un articolo Michela Finizio e Marta Casadei – fa parte delle categorie di classificazione usate dall’Istat: i comuni “polo”, quelli di “cintura”, poi “intermedi”, “periferici o ultraperiferici”, questi ultimi “individuati in base ai tempi medi di percorrenza stradale necessari per raggiungere i poli”. In Italia, sono 382 i comuni in tale situazione. Nei comuni ultraperiferici, inoltre, “tra il 2008 e il 2023 si è registrato un calo delle nascite del 36,1 per cento e il tasso di natalità si presenta sotto la media nazionale”.