Confcommercio, nel 2023 l’illegalità è costata alle imprese 38,6 miliardi

Nel 2023 l’illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 38,6 miliardi di euro e ha messo a rischio 268mila posti di lavoro regolari. I dati emergono da un’indagine Confcommercio-Format Research diffusa durante la Giornata nazionale ideata dalla Confederazione per promuovere e rafforzare la cultura della legalità. A pesare maggiormente sulle aziende è l’abusivismo commerciale che costa 10,4 miliardi di euro, quello nella ristorazione 7,5 miliardi, la contraffazione 4,8 miliardi, il taccheggio 5,2 miliardi. Gli altri costi della criminalità legati a ferimenti, assicurazioni, spese difensive, ammontano a 6,9 miliardi, quelli legati alla sfera cyber a 3,8 miliardi.

Secondo il report il 22,2% teme fortemente il rischio di esposizione a usura e racket. Un timore che è più elevato al Sud (25,6%). Di fronte all’usura e al racket il 62,1% ritiene che si dovrebbe sporgere denuncia, mentre il 27,1% dichiara che non saprebbe cosa fare. Oltre sei imprese su dieci, il 62,8% per la precisione, si ritengono penalizzate dall’abusivismo e dalla contraffazione: gli effetti più pesanti sono la concorrenza sleale per il 59,9% e la riduzione dei ricavi per il 29,1%.

L’usura resta il fenomeno criminale percepito in maggior aumento per il 24,4% degli imprenditori. Seguono furti 23,5%, aggressioni e violenze 21,3%, atti di vandalismo 21,1%. Più di un imprenditore su tre teme il rischio di essere esposto a fenomeni criminali. In cima alle preoccupazioni ci sono i furti con il 30,4% degli imprenditori in ansia per i propri collaboratori e la propria impresa.

Un consumatore su quattro, il 24,2%, ha acquistato un prodotto contraffatto o un servizio illegale nel 2023. Di questi, il 70,6% ha utilizzato il canale online e circa la metà (il 45,6%) ha effettuato acquisti esclusivamente online. A guidare la classifica dei prodotti falsificati più comprati l’abbigliamento (64,1%), pelletteria (32,4%) e calzature (31%).

La maggior parte dell’intrattenimento (86,4% della musica, film, abbonamenti tv,, dei prodotti di elettronica (65,9%), dei profumi e cosmetici (59,5%) e dei parafarmaci (58,6%) passa dagli acquisti online. Stando a quanto emerso dal report, alla base dell’acquisto di prodotti o servizi illegali ci sono ragioni economiche. si pensa di fare un buon affare, risparmiando (per il 71,3%), è ritenuto normale ed è utile per chi è in difficoltà economiche (per il 74,4%), si è informati sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative (per il 65,5%). Il 66,4% dei consumatori ritiene che sui canali di vendita online sia più facile cadere nella trappola dell’acquisto inconsapevole di articoli contraffatti e al 21,5% degli intervistati è capitato di acquistare online prodotti contraffatti credendo che fossero originali.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

Controllate anche

Zes Unica, primi passi per il Piano strategico dalla Giunta regionale

La Giunta regionale, riunitasi in seduta ordinaria, su proposta del presidente Marco Marsilio, ha deliberato …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *