Confcommercio, spese obbligate elevate a 8.755 euro all’anno

Nel 2023 la quota di spese obbligate sul totale dei consumi delle famiglie rimane elevata (41,5 per cento), con un incremento dell’incidenza di quasi 5 punti dal 1995 ad oggi, e non sembra destinata a tornare sotto il 40 per cento. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie italiane, nella quale si ricorda come l’Italia sia entrata in una fase di rallentamento, con una variazione percentuale del Pil nulla o quasi nel secondo trimestre dell’anno in corso. Un rallentamento distribuito tra tutte le componenti della domanda, a partire dai consumi, compressi dalle dinamiche inflazionistiche e dall’aumento delle spese obbligate sui bilanci familiari, cresciute quasi esclusivamente per la componente energetica. Su un totale di oltre 21 mila euro pro capite di consumi all’anno, per le spese obbligate se ne vanno 8.755 euro (circa 100 euro in piu’ rispetto al 2019); tra queste spese, la quota principale e’ rappresentata dalla voce abitazione (5.062 euro) al cui interno un peso rilevante viene dall’aggregato energia, gas e carburanti con 1.976 euro, valore che, nella media del 2023, raggiunge un’incidenza sul totale consumi del 9,4 per cento; ad amplificare la dimensione delle spese obbligate e’ la componente prezzi: tra il 1995 e il 2023, infatti, mentre il prezzo medio dei beni commercializzabili e’ cresciuto di quasi il 53 per cento, il prezzo delle spese obbligate e’ aumentato del 120 per cento con la componente energia aumentata addirittura di quasi il 175 per cento. E’ evidente, dunque, che queste tendenze riducono il benessere e dei consumatori e frenano la propensione al consumo con inevitabili effetti depressivi sulle gia’ deboli dinamiche del Pil, conclude Confcommercio.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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