Il consumo di suolo in Italia è in costante crescita e questo è un elemento preoccupante alla luce dell’importanza che questa risorsa ricopre per gli ecosistemi e le economie. In questo senso l’Abruzzo (come altre regioni italiane) si è dotata di una propria legge per regolamentare il recupero del patrimonio edilizio esistente. Si tratta di un passo importante per la pianificazione territoriale futura e per la limitazione del processo di impermeabilizzazione del suolo. Per quanto l’incidenza di superficie coperta artificialmente nella regione sia inferiore alla media italiana, si tratta comunque di un fenomeno in crescita. A sottolinearlo con una nota è Openpolis Abruzzo
“In Abruzzo ci sono aree più colpite di altre dal consumo di suolo. A livello di comuni capoluogo, è Pescara a registrare il dato più alto: poco più della metà del suolo disponibile risulta consumato con coperture artificiali (51,59%). Valori inferiori a Chieti (21,18%), Teramo (9,98%) e L’Aquila (5,44%). Mano a mano che ci si allontana dalle zone polo della regione, diminuisce il consumo di suolo. Nel contesto della regione spiccano anche i comuni litoranei”, si legge nel comunicato.
“Stando alla valutazione di impatto rilasciata dal dipartimento territorio-ambiente, nel periodo compreso tra il 1 gennaio e il 31 ottobre 2023 sono pervenute soltanto 41 note di riscontro, in cui si registrano 101 interventi di recupero. La provincia che ne riporta di più è quella dell’Aquila (44), seguita da Chieti (33), Pescara (15) e Teramo (9).
Date queste premesse, è comunque possibile valutare il fenomeno con dati confrontabili a vari livelli territoriali grazie al lavoro effettuato appunto da Ispra per monitorare l’avanzamento della copertura del suolo. In Italia al 2023 il suolo consumato risulta pari a 21.578 ettari. A livello di incidenza percentuale di suolo consumato, la situazione è piuttosto eterogenea nel momento in cui si analizza a livello regionale”, si legge in una nota di Openpolis Abruzzo.