Corte costituzionale boccia la legge della Regione Abruzzo sull’inceneritore

La Corte costituzionale, con sentenza n.191/2022 del 5 giugno scorso ha dichiarato l’illegittimita’ costituzionale dell’art. 1, comma 4, della legge della Regione Abruzzo n.45 del 30 dicembre 2020 (Norme a sostegno dell’economia circolare e di gestione sostenibile dei rifiuti), impugnata dal Governo, limitatamente alla parte in cui si ribadisce la volonta’ di non prevedere la realizzazione di impianti dedicati di incenerimento per i rifiuti urbani. A renderlo noto e’ l’assessore con delega ai Rifiuti, Nicola Campitelli. “Nel 2020, – ha spiegato l’assessore Campitelli – abbiamo licenziato una legge regionale sull’economia circolare che ha confermato di non prevedere la realizzazione di inceneritori all’interno del territorio della regione Abruzzo. In realta’, – ha aggiunto – si trattava di una previsione gia’ presente nella normativa regionale che pero’ andava a confliggere con quella nazionale. Per questo e’ stata impugnata dal Governo e la Corte ne ha sancito l’illegittimita’ costituzionale”. La Corte Costituzionale ha dichiarato non fondata la questione di legittimita’ costituzionale dell’art. 1, comma 9, lettera u), della stessa legge regionale dell’Abruzzo n. 45 del 2020, pure impugnata dal Governo, nella parte in cui si prevedeva che l’impiantistica legata allo smaltimento dei rifiuti dovesse essere realizzata a debita distanza dai centri abitati e da funzioni sensibili come scuole, asili nido, centri sportivi e di aggregazione, distretti sanitari, ospedali e case di riposo. “In quest’ultimo caso, abbiamo avuto ragione noi – ha concluso l’assessore Campitelli – infatti la Corte Costituzionale ha ribadito che compete alle Regioni ‘la definizione di criteri per l’individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti, e che i Piani Regionali per la gestione dei rifiuti stabiliscono i criteri per l’individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti”.

“La sentenza della Corte Costituzionale non ha certo cancellato le ragioni per le quali ci siamo battuti e abbiamo ottenuto l’esclusione della previsione di inceneritori in Abruzzo. Ricordo che noi di Rifondazione Comunista insieme a ambientalisti piu’ volte abbiamo impedito che si concretizzassero operazioni dietro alle quali c’erano sempre cordate private” Cosi’ commenta la sentenza della Corte Costituzionale il segretario di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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