Crollo hotel Rigopiano, confermata in Cassazione la condanna all’ex prefetto

 La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 1 anno 8 mesi per l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, nell’ambito della vicenda legata alla strage di Rigopiano dove, il 18 gennaio del 2017, una valanga travolse un hotel. Per il difensore dell’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, Giandomenico Caiazza la sentenza della Cassazione su Rigopiano: “cancella l’infamia a carico di Francesco Provolo ritenuto da molti come il principale colpevole di questa tragedia”. Secondo il legale “cadono le infamanti accuse di depistaggio e omicidio colposo plurimo. Resta la condanna per omissione in atti di ufficio e falso che non condividiamo ma che accettiamo serenamente”.

L’Appello bis, davanti ai giudici del tribunale di Perugia, sara’ per gli allora dirigenti regionali Carlo Giovani, Carlo Visca, Pierluigi Caputi, Emidio Primavera, Sabatino Belmaggio e Vincenzo Antenucci. Il nuovo appello, si spiega, sara’ limitato ai ‘capi 1 e 2’.

Appello bis davanti al tribunale di Perugia anche per l’ex sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta. Lo ha disposto la Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso della difesa annullando con rinvio la condanna relativamente ai ‘capi 4 e 13′, omicidio colposo e lesioni colpose. Annullo con rinvio anche per i dirigenti della Provincia Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio e per il tecnico comunale di Farindola, Enrico Colangeli. Lacchetta in primo e secondo grado era stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Invece D’Incecco e Di Blasio erano stati condannati, entrambi, a 3 anni e 4 mesi. Colangeli, invece, dopo l’assoluzione in primo grado era stato condannato in appello a 2 anni e 8 mesi. Leonardo Bianco, ex capo di gabinetto della Prefettura, condannato a 1 anno e 4 mesi in secondo grado, e’ stato oggi condannato, ma senza l’aggravante. Confermata invece la condanna all’ex gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso.

La Cassazione ha poi confermate le assoluzioni disposte in primo e secondo grado per il delitto di depistaggio contestato al prefetto e ai suoi funzionari.Sono state, infine, confermate le condanne del gestore dell’albergo e del geometra che aveva redatto la relazione allegata al permesso per la ristrutturazione dell’albergo stesso per i reati di falsita’ ideologica loro attribuiti. Sui risarcimenti in favore delle parti civili si decidera’ all’esito del giudizio di rinvio.

“Si è trattato di un totale stravolgimento delle sentenze di primo e secondo grado, con il coinvolgimento di figure in precedenza assolte come i dirigenti e i funzionari regionali che a Perugia devono rispondere dell’accusa di disastro colposo per non aver attivato la Carta Valanghe. Un esito che ci soddisfa, anche sull’aspetto civilistico si aprono per noi scenari interessanti”. Così Wania della Vigna avvocato di parte civile di Silvia Angelozzi, sorella di una delle vittime di Rigopiano

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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