Denatalità, pochi giovani e lontani dal lavoro. Dati negativi in Abruzzo

Negli ultimi dieci anni e’ sceso di quasi un milione il numero dei giovani tra i 15 e i 34 anni. Questa contrazione nella fascia di eta’ piu’ produttiva della vita lavorativa sta arrecando grosse difficolta’ alle aziende italiane. Molti imprenditori, infatti, faticano ad assumere personale, non solo per il problema di trovare candidati disponibili e professionalmente preparati, ma anche perche’ la platea degli under 34 pronta ad entrare nel mercato del lavoro si sta progressivamente riducendo. Insomma, la crisi demografica sta facendo sentire i suoi effetti e nei prossimi anni la rarefazione delle maestranze piu’ giovani e’ destinata ad accentuarsi ulteriormente. Tra il 2023 e il 2027, ad esempio, il mercato del lavoro italiano richiedera’ poco meno di tre milioni di addetti in sostituzione delle persone destinate ad andare in pensione. A legislazione vigente, pertanto, nei prossimi 5 anni quasi il 12 per cento degli italiani lascera’ definitivamente il posto di lavoro per aver raggiunto il limite di eta’. Con sempre meno giovani destinati a entrare nel mercato del lavoro, “rimpiazzare” una buona parte di chi scivolera’ verso la quiescenza diventera’ un grosso problema per tanti imprenditori. La denuncia e’ dell’Ufficio studi della Cgia.

Gli under 34 sono diminuiti soprattutto nel Mezzogiorno. In Abruzzo la situazione peggiore è quella della provincia dell’Aquila con un calo del 19,2 per cento e 13.150 giovani persi. Subito dopo Chieti con -13.460 giovani e un calo del 15,6%. Poi c’è Teramo con -10.362 giovani e -14,7 per cento. Chiude Pescara, con un calo di 6.816 giovani e una riduzione percentuale del -9,8%. 

Negli ultimi dieci anni la contrazione della popolazione giovanile italiana ha interessato, in particolar modo, il Mezzogiorno. – scende nel dettaglio la Cgia – In questa ripartizione geografica la diminuzione e’ stata pari a 762 mila unita’ (- 15,1 per cento). Seguono il Centro con -160 mila (-6,6 per cento), mentre al Nordovest (-1 per cento) e al Nordest (-0,5 per cento) la flessione e’ stata molto contenuta. A livello regionale, invece, e’ stata la Sardegna con il -19,9 per cento a subire la flessione piu’ importante. Seguono la Calabria con il -19 per cento, il Molise con il -17,5 per cento, la Basilicata con il -16,8 per cento e la Sicilia con il -15,3 per cento. A livello provinciale, infine, la realta’ che negli ultimi 10 anni ha registrato la diminuzione piu’ importante e’ stata la Sud Sardegna con il -26,9 per cento. Seguono Oristano con il -24 per cento, Isernia con il -22,2 per cento e Cosenza con il -19,5 per cento. In contro tendenza, invece, solo una dozzina di province. Le piu’ virtuose sono state Trieste con il +7,9 per cento, Bologna con il +7,5 per cento e Milano con il +7,3 per cento.

L’Aquila 68.451 60.526 55.301 -13.150 -19,2

Diminuisce il numero di giovani italiani, con un livello di poverta’ educativa allarmante e lontani dal mondo del lavoro. Un responso che emerge in maniera evidente quando ci confrontiamo con gli altri paesi europei. – scrive la Cgia – Alla luce della denatalita’ in corso nel nostro Paese, appare evidente che per almeno i prossimi 15-20 anni dovremo ricorrere stabilmente anche all’impiego degli extracomunitari. L’ufficio studi della Cgia nella sua analisi propone di “stabilire per legge che il permesso di soggiorno, a eccezione di chi ha i requisiti per ottenere la protezione internazionale e di chi entra con gia’ in mano un contratto di lavoro, andrebbe accordato a chi si rende disponibile a sottoscrivere un patto sociale con il nostro Paese. Se un cittadino straniero si impegna a frequentare uno o piu’ corsi ed entro un paio di anni impara la nostra lingua e un mestiere, al conseguimento di questi obbiettivi lo Stato italiano lo regolarizza e gli trova un’occupazione. Si tratta di un’operazione complessa e non facile da gestire, anche perche’ il tema dell’immigrazione e del suo rapporto con il mondo del lavoro e’ molto articolato. Non solo; tutto cio’ richiede una Pubblica Amministrazione in grado di funzionare bene e con performance decisamente superiori a quelle dimostrate fino a ora. Il buon esito di un’iniziativa di questo tipo non puo’ prescindere da una ritrovata efficienza dei centri per l’impiego, altrimenti la possibilita’ che l’iniziativa naufraghi e’ pressoche’ certa. Grazie al coinvolgimento anche delle Camere di Commercio, dovremo accelerare il processo di avvicinamento e di conoscenza tra la scuola e il mondo del lavoro, senza dimenticare che non potremo rinunciare a un forte incremento degli investimenti sugli Its e sulla qualita’ della formazione professionale; materia, quest’ultima, di competenza delle amministrazioni regionali”.

 

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

Controllate anche

Rapporto Ocse, Italia quinta in Europa per le imposte sul salario

Per il lavoratore ‘single’ in Italia il peso delle imposte complessive sul salario è in …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *