La dimensione dell’economia non osservata – composta dalla sottodichiarazione, dal lavoro “nero” e da altre attività non dichiarate -, ad eccezione del Molise, è diminuita in tutte le regioni italiane. A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia. Nel dettaglio, in valore assoluto, le contrazioni più importanti hanno riguardato il Lazio con -2,2 miliardi di euro, la Lombardia -1,9 miliardi, la Campania con -1 miliardo e la Toscana con -943 milioni di euro. Alcune di queste sono le regioni dove l’economia non osservata sembra avere un impatto maggiore in valore assoluto: in Lombardia si attesta a 31,3 miliardi di euro. Segue il Lazio con 20,9, la Campania con 18, il Veneto con 15 e l’Emilia Romagna con 14,8. A livello territoriale, in Abruzzo, l’economia non osservata è passata da 4.497 milioni (il 15,1% del valore aggiunto regionale) del 2019 a 4.328 milioni (14,4% del valore aggiunto regionale), con un calo di 169 milioni pari al 3,8% nel 2021.
Diversamente, spiega la Cgia, se prendiamo come parametro di riferimento l’incidenza percentuale di questa piaga sociale ed economica sul valore aggiunto regionale (praticamente il Pil), la realtà più investita è la Calabria con il 19,2 per cento. Seguono la Campania con il 18, la Puglia con il 17,6, la Sicilia con il 17,3, la Sardegna e il Molise entrambe con il 16,3. Anche la stima dell’evasione fiscale (intesa questa volta come imposte tasse e contributi non pagati), è in calo, sottolinea la Cgia. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel 2021 (ultimo dato disponibile) l’evasione tributaria e contributiva presente in Italia è scesa a 82,4 miliardi di euro, di cui 72 riconducibili alle entrate tributarie e 10,4 ai contributi. Va segnalato che il dato complessivo rispetto al 2019 è diminuito di ben 17,8 miliardi (-17,8 per cento).