Elezioni regionali, scontro tra i partiti sull’ipotesi di spostamento della data

L’idea di posticipare le elezioni da febbraio a marzo raccoglie sempre piu’ consensi in Abruzzo. I primi a proporlo ufficialmente sono stati i Radicali che hanno subito avuto il sostegno di Sinistra Italiana e che ora raccolgono anche quello di Rifondazione Comunista con dall’altra parte il “no” deciso del M5s. “La data fissata per le elezioni regionali contrasta con il buon senso, la democrazia e una corretta gestione del denaro pubblico”. Lo scrivono in una nota congiunta il segretario nazionale Prc-Se Maurizio Acerbo, quello provinciale Marco Fars e quello di Pescara Corrado Di Sante. “La societa’ abruzzese – affermano – blocchi questa follia. Il Consiglio Regionale dopodomani – questo l’appello – faccia due cose utili: approvi leggi contro vitalizi e si esprima a favore dell’election day. La campagna elettorale si svolgera’ nei mesi piu’ freddi dell’anno. Quelli per intenderci da emergenza neve. Davvero la scelta meno opportuna per favorire la partecipazione popolare e l’elettorato attivo e passivo – proseguono i rappresentanti del partito -. Le liste che dovranno raccogliere le firme per presentarsi dovranno fare banchetti per strada col gelo. Per non parlare poi di comizi, affissioni o volantinaggi. Persino la possibilita’ di recarsi ai seggi in tanti comuni montani e delle aree interne sara’ problematica”.

Il Movimento 5 Stelle ribadisce la sua convinzione non di spostare la data del voto. A spingere in tal senso la possibilità di risparmiare 8 milioni di euro. La consigliera regionale Sara Marcozzi, che e’ anche la candidata alla corsa all’Emiciclo per il Movimento, non prende neanche in considerazione la possibilita’: “C’e’ qualche forza politica- afferma- che ipotizza un ulteriore rinvio delle elezioni regionali in Abruzzo, fissate per il 10 febbraio prossimo. Io ribadisco la totale contrarieta’ del M5S a far slittare ancora il diritto dei cittadini a decidere delle sorti di una Regione abbandonata da mesi dal Partito Democratico. Il risparmio di 8 milioni di euro di cui si parla e’ niente rispetto a quanto abbiamo sprecato e stiamo perdendo a causa dell’immobilismo in cui la Regione versa dal 4 marzo scorso. Ci sono esperti di settore che spiegano come siano andate perse centinaia di milioni di euro a causa del blocco istituzionale a cui ci hanno costretto”. 

“Tra europee, elezioni comunali e regionali se tutto si concentrasse nel mese di maggio si creerebbe tra i cittadini certamente confusione”. Non teme tanto l’astensionismo nel caso in cui si fosse chiamati alle urne per un triplo voto in due dei Comuni piu’ popolosi d’Abruzzo, Pescara e Montesilvano, l’assessore regionale alle politiche sociali Marinella Sclocco. Ma se tutto si dovesse concentrare in un’unica soluzione la confusione sarebbe quanto meno possibile. “La Regione- sottolinea a margine di un workshop organizzato per migliorare la comunicazione riguardanti i fondi Fse- ha deciso insieme alla Corte d’Appello che il 10 febbraio sia una data utile e io credo possa essere accettabile. Da parte mia – aggiunge – non sono una che sta li’ ad aspettare. Sono incapace di attendere. Ho lavorato tantissimo in questi 5 anni e lo sto continuando a fare. Se al voto si andra’ tra 3 o 6 mesi questo non cambiera’ nulla: continuero’ come ho sempre fatto”. E sulla sua ricandidatura afferma: “ci saro’. Se sussistono le condizioni che possono convincermi mi ricandidero’ e credo proprio che queste condizioni si stiano creando”. Tra queste c’e’ anche la candidatura a Governatore dell’ex vicepresidente del Csm Giovanni Legnini? “Si’. Non l’ho mai negato e penso che a giorni sciogliera’ la riserva. E’ una persona molto responsabile che ama il suo territorio. E’ forse uno dei personaggi pubblici che ho visto girare di piu’ in Abruzzo nei miei 20 anni di politica. A lui si stanno rivolgendo tutti: amministratori e movimenti civici e non credo che fara’ passi indietro”. Per la Sclocco, insomma, Legnini alla fine sara’ il volto del centrosinistra. Una candidatura, aggiunge “che risponderebbe a quella che mi permetto di definire ‘chiamata alla resistenza’ in un momento in cui a politica sta sdoganando pensieri e atteggiamenti che qualche anno fa avremmo etichettato assurdi”. 

Si’ allo slittamento del voto a maggio. Accolgono positivamente la possibilita’ il segretario regionale di Sinistra Italiana Abruzzo Daniele Licheri e il consigliere regionale del partito Leandro Bracco. L’ipotesi, arrivata sul tavolo di Lolli dai Radicali, cui seguiranno a quanto pare altre richieste formali, divide la politica abruzzese. Al no di Sara Marcozzi (M5s) e quello della Sclocco (Pd), segue invece il si’ di Sinistra Italiana. “L’ho detto molte volte negli ultimi mesi e lo ripeto, e nei giorni delle indagini di Rigopiano la cosa credo sia ancora piu’ forte e chiara: votare a febbraio significa mettere a repentaglio l’esercizio del diritto di voto dei cittadini Abruzzesi, oltre che uno sperpero di soldi pubblici”. Ad affermarlo e’ Licheri che aggiunge: “due anni fa ricordiamo tutti in che condizioni versava l’Abruzzo nei mesi invernali, mezza regione bloccata dalla neve e l’altra meta’ dall’acqua; frane, allagamenti. Interi paesi isolati, e poi le immagini di Rigopiano e i suoi morti che restano una ferita aperta per tutti noi. Di fronte a scenari di questo tipo, che grazie alla mancanza di investimenti per prevenire e tutelare il nostro territorio hanno effetti sempre piu’ drammatici, sono sempre piu’ frequenti: pensare di fare una campagna elettorale a gennaio e votare a febbraio- conclude- significa vivere su Marte e non conoscere la Regione che si chiede ai cittadini di voler governare”

 

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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