Fisco, Cgia: paghiamo 33,4 miliardi di tasse in più rispetto alla media Ue

Nel 2018 gli italiani hanno pagato 33,4 miliardi di euro di tasse in piu’ rispetto all’ammontare complessivo medio versato dai cittadini dell’Unione Europea. Si tratta di un differenziale che ‘pesa’ quasi 2 punti di Pil. In termini pro capite, invece, abbiamo corrisposto al fisco 552 euro in piu’ rispetto alla media dei cittadini europei. A dirlo e’ l’Ufficio studi della Cgia che ha comparato la pressione fiscale dei 28 Paesi dell’UE e, successivamente, ha calcolato il gap esistente tra l’Italia e ciascun Paese appartenente all’Unione

Le troppe tasse, per la Cgia, sono un problema non solo perche’ mettono a repentaglio la tenuta finanziaria di tante famiglie e altrettante imprese, ma anche poiche’ hanno innescato nel sistema economico dei processi viziosi molto pericolosi. “Con un peso fiscale opprimente e una platea di servizi erogati dall’Amministrazione pubblica che negli ultimi anni e’ diminuita sia in termini di qualita’ che di quantita’ – dichiara il segretario della Cgia, Renato Mason – la domanda interna e gli investimenti hanno subito una caduta verticale. Inoltre, e’ diventato sempre piu’ difficile fare impresa, creare nuovi posti di lavoro e redistribuire la ricchezza. Alle piccole e piccolissime imprese, altresi’, l’effetto combinato tra il calo dei consumi delle famiglie e la contrazione dei prestiti bancari ha provocato molti squilibri finanziari, costringendo tantissimi lavoratori autonomi a chiudere l’attivita’ e a cambiare mestiere”. In attesa che la manovra di Bilancio 2020 chiarisca come verranno ‘recuperati’ i 23,1 miliardi di euro necessari per evitare che dal prossimo 1 gennaio l’Iva torni ad aumentare, gli Artigiani ricordano che la pressione fiscale ‘reale’ presente nel nostro Paese e’ di 6 punti superiore al dato ‘ufficiale’. Il nostro Pil, infatti, come del resto quello di altri Paesi dell’Ue, include anche gli effetti dell’economia non osservata che, secondo le ultime stime dell’Istat, ammontano a 209 miliardi di euro all’anno. Questa ‘ricchezza’, generata dalle attivita’ irregolari e illegali, se da un lato non fornisce alcun contributo all’incremento delle entrate fiscali, dall’altro accresce la dimensione del Pil. Nel 2018 in Europa solo Francia, Belgio, Danimarca, Svezia, Austria e Finlandia hanno pagato mediamente piu’ tasse di noi. Rispetto agli altri principali competitori, invece, ‘soccombiamo’ sempre. Se avessimo la pressione fiscale della Germania verseremmo 24,6 miliardi di tasse in meno (407 euro pro capite), dell’Olanda 56,2 (930 euro pro capite), del Regno Unito 114,2 (1.888 euro pro capite) e della Spagna 119,5 (1.975 euro pro capite). La flat tax puo’ costituire la medicina che consentira’ alla pressione fiscale italiana di scendere ad un livello accettabile? Se i numeri in circolazione in queste settimane saranno confermati – sostiene la Cgia – pare che gia’ oggi sulla maggior parte dei contribuenti Irpef gravi un’aliquota effettiva inferiore al 15%. Pertanto, l’applicazione della tassa piatta rischia di interessare un numero ristretto di soggetti con redditi medio-alti. Tuttavia, la vera questione sara’ dove trovare le risorse per realizzare questa decisa riduzione delle imposte. Se difficilmente saranno compensate da un risparmio della spesa, il ministro Tria, seppur critico sulla flat tax, pare abbia in mente la soluzione: il taglio dell’Irpef potrebbe essere in parte coperto da un aumento dell’Iva, anche in forma selettiva. Operazione che, secondo la Cgia, favorirebbe sicuramente le esportazioni, come sostengono i tecnici di via Venti Settembre, ma penalizzerebbe i consumi interni. E a pagare il conto non sarebbero solo le famiglie, in particolar modo quelle meno abbienti, ma anche gli artigiani, i piccoli commercianti e i lavoratori autonomi che vivono quasi esclusivamente di domanda interna. Gli artigiani mestrini, inoltre, ricordano che, nell’ipotesi peggiore, se non verranno recuperati entro la fine di quest’anno 23,1 miliardi di euro, l’aliquota ordinaria passera’ dal 22 al 25,2%, mentre quella ridotta salira’ dal 10 al 13%

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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