In dieci anni persi 130 mila dipendenti nella Pubblica Amministrazione

Nell’arco di 10 anni, tra il 2009 e il 2019, la pubblica amministrazione italiana ha perso 132.159 unità di personale. A pagare il prezzo più alto sono stati Comuni, Province e Regioni che hanno visto il loro organico impoverirsi progressivamente a colpi di spending review, blocco del turn-over e vincoli assunzionali che hanno portato a un saldo negativo di 90.352 persone. Anche il comparto sanità non è uscito indenne dalla scure del contenimento della spesa pubblica, perdendo – nell’arco dello stesso decennio – un totale di 44.083 dipendenti e passando dai 693.600 addetti del 2009 ai 649.517 del 2019. Sono alcuni elaborati dal Centro Studi Enti Locali basate su dati Istat e Ministero dell’Economia e delle Finanze, che delineano lo scenario nel quale si collocano le misure recentemente varate dal Governo al fine di reclutare, in tempi rapidissimi, migliaia di dipendenti pubblici altamente qualificati che mettano in condizione i nostri enti pubblici di affrontare la sfida, tutt’altro che scontata, dell’attuazione del ”Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Il Comune di Napoli ha perso – nel solo triennio 2017-2019 – ben 1.654 persone, arrivando a una media di 6 dipendenti comunali ogni 1000 abitanti, contro gli oltre 10 di Firenze (10,8), Venezia (10,2), Milano (10,1), Bologna (10,1) e Palermo (10). Seguono Torino, con 9,9 dipendenti ogni 1000 abitanti, Genova (8,6), Roma (8,34), Catania (8,2),, Cagliari (8), la già citata Napoli (6) e Bari (5,5). Chiudono il cerchio Messina (5,4) e Reggio Calabria (4,49). In termini assoluti, l’esercito di dipendenti più nutrito è quello capitolino: sebbene dal 2017 al 2019, abbia perso 340 persone, nel 2019 (ultimi dati disponibili) c’erano comunque 23.541 persone alle dipendenze del Campidoglio. Segue Milano, con 14.230 persone, e Torino con 8.526.

Allargando il campo d’analisi all’area regionale, vediamo che i due estremi sono rappresentati dalla Valle d’Aosta, con 94,4 dipendenti ogni 1000 abitanti e la Lombardia che ne conta solo 41,35. In mezzo: la Provincia autonoma di Bolzano (79), quella di Trento (75,2), il Friuli Venezia Giulia (69,3), il Lazio (69), la Sardegna (67,6), la Liguria (62,8), il Molise (60,2), la Calabria (59), la Basilicata (58,6), la Toscana (57,7), l’Umbria (57,6), la Sicilia (56,7), l’Abruzzo (54,9), le Marche (54,7), la Puglia (52,3), l’Emilia Romagna (52,1), il Piemonte (50,5), la Campania (48,8) e il Veneto (41,2). Per quanto riguarda invece i soli dipendenti di Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni, la Regione che ne ha di più in termini assoluti è la Lombardia (61.445). Seguono Sicilia (55.602) e Lazio (44.144). Se rapportiamo questi numeri alla popolazione però, la classifica cambia completamente e troviamo di nuovo in vetta le Regioni a statuto speciale del Nord Italia.

Nello specifico, è il Trentino Alto Adige la regione italiana con il più alto numero di dipendenti del comparto funzioni locali, in proporzione alla popolazione: 48 ogni mille abitanti. Seguono, a notevole distanza: la Valle d’Aosta con 39,2, la Sicilia con 11,4, il Friuli Venezia Giulia con 11, la Sardegna con 10.3, la Calabria con 9,37 e la Liguria con 9,29. A metà classifica, in linea con la media nazionale di 8,23 dipendenti ogni mille abitanti, troviamo: Umbria (8,82), Emilia Romagna (8,70), Basilicata (8,4), Toscana (8,3) e Marche (8,1). Al di sotto della media, le dotazioni organiche delle amministrazioni locali piemontesi (7,78), laziali (7,6), molisane (7,74), abruzzesi (6,3), lombarde (6,1) e campane (5,7). Fanalino di coda la Puglia, che ha solo 4,8 dipendenti ogni mille abitanti, un decimo rispetto al Trentino. Non molto distante dal quadro sopra descritto, la situazione relativa al comparto sanità. Anche in questo caso, il rapporto tra numero di dipendenti e popolazione residente (al 31 dicembre 2019, data dell’ultima rilevazione Mef in base alla quale sono stati elaborati i dati oggetto di questo dossier) in assoluto più elevato è, nell’ordine, in Valle d’Aosta (17,7), Provincia autonoma di Bolzano (17) e Friuli Venezia Giulia (16,2). Seguono: Liguria (15,3), Toscana (13,8), Emilia Romagna (13,7), Sardegna (13,3), Piemonte (12,9), Marche (12,8), Umbria (12,9), Basilicata (12,5), Veneto (12,1) e Abruzzo (10,9). Al di sotto della media nazionale, pari a 10,7 dipendenti del comparto sanitario ogni mille abitanti, si collocano: Lombardia (10,1), Molise (9,9), Calabria (9,7), Puglia (9,3), Sicilia (8,8), Lazio (7,5) e Campania (7,3).

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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