Lavoratori introvabili, in Abruzzo manodopera mancante in crescita (+11,5%) per Confartigianato

“Siamo al paradosso: il lavoro c’è, mancano i lavoratori”. E’ Confartigianato a lanciare l’allarme con un rapporto che fa emergere quanto sia più grave la difficoltà a trovare i lavoratori che le imprese hanno intenzione di assumere. “Nell’ultimo anno la quota di lavoratori introvabili sul totale delle assunzioni previste è passata dal 40,3% di luglio 2022 al 47,9% di luglio 2023”. “E’ salita di 9,1 punti nel Mezzogiorno, 6,9 punti nel Centro, 7,4 punti nel Nord Ovest, 6,5 punti nel Nord Est”.

A sottolineare il “paradosso” è il presidente della confederazione di artigiani e piccole imprese, Marco Granelli.

In particolare – evidenzia il rapporto – sono introvabili i tecnici specializzati nella carpenteria metallica (il 70,5%), nelle costruzioni (69,9%), nella conduzione di impianti e macchinari (56,6%). A livello regionale le imprese che faticano di più a trovare dipendenti sono in Trentino-Alto Adige dove la quota di ‘introvabili’ è al 61,6%: poi in Valle d’Aosta (57,1%), Umbria (54,6%), Friuli-Venezia Giulia (53,3%), Emilia-Romagna (52,7%), Piemonte (52%), Veneto (51,4%). Il Lazio è la regione dove il problema incide meno ma, in ogni caso, anche qui pesa e non poco: è difficile assumere nel 40,8% dei casi. L’allarme assunzioni è legato soprattutto alla mancanza di competenze che rispondano alle esigenze delle imprese, al gap tra formazione e domanda di lavoro. Il problema non emerge per la prima volta oggi ma a sorprendere, ed a moltiplicare la preoccupazione, è oggi la velocità con cui queste difficoltà stanno peggiorando, come in Abruzzo (+11,5% in un anno), in Calabria (+10,9), in Liguria (+10,8%), in Puglia (+10,5%), in Trentino-Alto Adige (+10,3%).

Tra le cause di difficile reperimento di manodopera Confartigianato rileva che “per il 32,4% dei lavoratori è dovuto alla mancanza di candidati e per il 10,8% all’inadeguata preparazione”. Le piccole imprese cercano soluzioni e mettono in campo incentivi, “reagiscono intensificando le collaborazioni con gli istituti tecnici e professionali, l’utilizzo di stage, tirocini, percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Inoltre, all’aumento delle retribuzioni affiancano l’offerta di pacchetti di welfare aziendale, flessibilità dell’orario di lavoro, l’utilizzo dello smart working, interventi per migliorare il clima aziendale e il comfort dei luoghi di lavoro”. Per Marco Granelli “serve un’operazione di politica economica e culturale che avvicini la scuola al mondo del lavoro, per formare i giovani con una riforma del sistema di orientamento scolastico che rilanci gli istituti professionali e tecnici, investa sulle competenze a cominciare da quelle digitali e punti sull’alternanza scuola lavoro e sull’apprendistato duale e professionalizzante. Bisogna – dice il presidente di Confartigianato – insegnare ai giovani che nell’impresa ci sono opportunità, adeguatamente retribuite, per realizzare il proprio talento, le proprie ambizioni, per costruirsi il futuro”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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