Lavoro, oltre un milione di dimissioni volontarie nei primi 9 mesi del 2021

Sono un milione e 81 mila i dipendenti che nei primi nove mesi del 2021 hanno deciso di lasciare il lavoro, per motivi diversi dal pensionamento. Un numero salito del 13,8% rispetto al 2019, al pre-Covid, quando si attestava a quota 950mila. Una decisione spesso presa anche senza avere il ‘paracadute’ di un nuovo contratto: quasi 500mila sono poi rimasti senza posto. A rilevarlo e’ l’indagine “Le dimissioni in Italia tra crisi, ripresa e nuovo lavoro” realizzato dalla Fondazione studi dei Consulenti del lavoro sui dati delle Comunicazioni obbligatorie del ministero, fotografando il fenomeno, in crescita soprattutto tra over55, laureati e professioni ad elevata specializzazione.

A determinare l’aumento contribuisce, in primo luogo, la ripresa occupazionale, sottolinea l’analisi, che offre piu’ mobilita’ interna e opportunita’ anche a chi vuole cambiare lavoro, soprattutto ai profili tecnici e specializzati.

Ma anche “condizioni precarie e riduzione delle retribuzioni” o la ricerca di “un migliore equilibrio” tra vita privata e professionale possono avere inciso su una scelta di vita compiuta da alcuni in assenza di un’alternativa. Fatto sta che il fenomeno non riguarda piu’ solo giovani (il 43,2% sul totale) e lavoratori con bassa scolarizzazione (54,4%), che comunque restano la parte prevalente. Ma anche gli adulti, i laureati e chi svolge una professione qualificata. Se la media generale sale del 13,8% nei nove mesi del 2021 sul 2019, quella che riguarda i lavoratori tra i 45 e i 55 anni e gli over55 sale rispettivamente al 17% e al 21,5%; segnano un +17,7% i dimissionari laureati rispetto al 12,9% dei diplomati. La fotografia settoriale vede il comparto dei servizi come protagonista con il 69,4% dei dimissionari.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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