In Abruzzo è confermata la tendenza relativa alle criticità della qualità dell’aria rilevate negli anni precedenti. Sono questi i principali risultati del rapporto Mal’Aria di Legambiente, che in tutte le regioni italiane ha misurato la qualità dell’aria che respiriamo. Da monitorare soprattutto le concentrazioni di diossido di azoto legato al traffico veicolare. I capoluogo abruzzesi, che hanno valori nella media nazionale, sono ampiamente all’interno degli attuali limiti di legge, ma in ritardo rispetto a quelli, più stringenti che negli anni entreranno in vigore. A Pescara il 17 febbraio farà tappa anche l’iniziativa Clean City, campagna itinerante volta a promuovere la mobilità sostenibile a zero emissioni.
Nelle città italiane non si stanno riducendo abbastanza in fretta i livelli di smog e così ancora nel 2022 ben 29 città sforano i limiti di polveri sottili, mentre in 72 la salute sarebbe messa a rischio per le troppe emissioni secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Non è consolante il Rapporto “Mal’aria di città 2023: cambio di passo cercasi’, che mette sul podio negativo Torino, Milano e Asti, seguite da Modena, Padova e Venezia. Nel 2022 per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) e del biossido di azoto (NO2) queste città hanno di fatto doppiato il numero di sforamenti consentiti. Un problema per il presente e soprattutto un’ipoteca per il futuro in vista dei nuovi limiti imposti al 2030. Se infatti sempre per il PM10 l’analisi delle medie annuali ha mostrato come nessuna di esse abbia superato il limite previsto dalla normativa vigente, secondo i limiti indicati al 2030 sarebbero infatti solo 23 su 95 (il 24% del totale) le città che non hanno superato la soglia indicata per quella data (20 microgrammi per metro cubo d’aria). In dettaglio le città che devono impegnarsi di più sono Torino e Milano (riduzione necessaria del 43%), Cremona (42%), Andria (41%) e Alessandria (40%) per il PM10; Monza (60%), Milano, Cremona, Padova e Vicenza (57%), Bergamo, Piacenza, Alessandria e Torino (55%), Como (52%), Brescia, Asti e Mantova (50%) per il PM2.5; le città di Milano (47%), Torino (46%), Palermo (44%), Como (43%), Catania (41%), Roma (39%), Monza, Genova, Trento e Bolzano (34%), per l’NO2.