L’Istat stima la crescita al 6,3% e Fitch migliora il rating

Migliora il rating dell’Italia secondo l’agenzia Fitch che alza il rating da BBB- a BBB con outlook stabile e parla di una ripresa economica “robusta”, stimata nel 2021 al +6,2% e al 4,3% nel 2022. Previsioni positive confermate anche dall’Istat che valuta un incremento del Pil del 6,3%, superiore al +4,7% previsto in giugno.

Secondo Fitch “gli elevati tassi di vaccinazione, i risparmi del settore privato e l’uso dei fondi europei sosterranno le dinamiche di crescita”. La ripresa sostenuta aiutera’ anche i conti pubblici: il deficit e’ infatti stimato all’8,9% nel 2021, in deciso miglioramento rispetto alla precedente stima dell’11,4%. Il debito calera’ probabilmente sotto il 154% del pil entro la fine del 2021 dal suo picco del 155,6% della fine del 2020. Nella sua analisi dell’economia italiana, Fitch osserva come il parlamento e’ chiamato a eleggere il nuovo presidente della Repubblica nel febbraio 2022: il premier Mario Draghi e’ un “potenziale candidato” e quindi “l’elezione presidenziale potrebbe avere un effetto diretto sul futuro del governo”, che ha un’ambiziosa agenda di riforme strutturali.

L’Istat mette comunque in guardia sull’inflazione, che ha accelerato dall’estate scorsa e che si attenuera’ solo da luglio prossimo. La revisione al rialzo delle stime di giugno e’ dovuta, spiega l’Istat, al commercio mondiale che ha dato ulteriore stimolo all’andamento di importazioni ed esportazioni italiane, al prezzo del petrolio (circa 4 dollari a barile nell’anno corrente e 2 per il 2022) e al tasso di cambio che incorpora un apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro piu’ contenuto rispetto a giugno (rispettivamente 1,18 e 1,20). Il miglioramento dell’economia italiana si deve soprattutto ai servizi (+3,4% la variazione congiunturale) rispetto all’industria in senso stretto e alle costruzioni (rispettivamente 0,8% e +0,6%). Forte la spinta di commercio, trasporto, alloggio e ristorazione (+8,6%) con il ritorno alla normalita’ dopo le numerose e forti restrizioni dovute alla pandemia. E a confermare la fase di recupero sono i segnali provenienti dal clima di fiducia di famiglie e imprese, che tra ottobre e novembre si e’ mantenuto sui livelli massimi del periodo. La ripresa della domanda e l’eccezionale crescita delle quotazioni del petrolio e dei prezzi delle materie prime agricole, piu’ accentuata nella seconda parte dell’anno, hanno spinto l’inflazione facendo schizzare le tariffe di luce, gas e carburanti che hanno gravato ulteriormente sulle tasche degli italiani.

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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