Nel 2021 oltre la metà delle famiglie ha rinunciato alle cure per problemi economici

Nel 2021 oltre la meta’ delle famiglie italiane (50,2%) ha rinunciato a prestazioni sanitarie per problemi economici, indisponibilita’ del servizio o inadeguatezza dell’offerta. Contemporaneamente la spesa delle famiglie per la salute, l’assistenza agli anziani e l’istruzione e’ aumentata. A fornire il dato è l’edizione 2022 del Bilancio di welfare delle famiglie italiane di Cerved.

Secondo il rapporto, e’ aumentato il numero di famiglie che hanno rinunciato a prestazioni di welfare: 50,2% nella sanita’, 56,8% nell’assistenza agli anziani, 58,4% nell’assistenza ai bambini, 33,8% nell’istruzione. Nell’ultimo anno piu’ di meta’ delle famiglie ha rinunciato a prestazioni sanitarie e nel 13,9% dei casi si e’ trattato di rinunce rilevanti. Il 56,8% ha rinunciato (22% in modo rilevante) a servizi di assistenza agli anziani, e 58,4% (17,4% in modo rilevante) a servizi di cura dei bambini ed educazione prescolare. Influiscono sulle rinunce tre motivazioni principali: per la salute, la pandemia ha provocato restrizioni nella disponibilita’ di servizi sanitari e rinvio delle cure da parte degli stessi cittadini per timore del contagio. Una seconda causa di rinuncia e’ economica, e riguarda la difficolta’ nel sostenere il costo delle prestazioni. Ma per la maggior parte le principali motivazioni riguardano l’inadeguatezza dell’offerta. Cio’ appare evidente nell’assistenza agli anziani: piu’ del 60% delle famiglie rinunciano a questi servizi giudicandoli di qualita’ insufficiente o per prestazioni non disponibili. L’indagine, e’ stata condotta su un campione di 4.005 famiglie di tutte le regioni italiane, stratificate per condizione economica e per composizione del nucleo familiare. Le rilevazioni sono state eseguite in diverse fasi negli ultimi due anni, dal lockdown della primavera 2020 a novembre 2021, per analizzare l’influenza dell’emergenza Covid sui comportamenti familiari e per distinguere le conseguenze dell’emergenza dalle tendenze di lungo termine. Secondo il rapporto, la famiglia, con tutte le sue difficolta’, resta la rete primaria di protezione sociale, di solidarieta’ tra i generi e le generazioni, di educazione dei figli e di supporto alla mobilita’ sociale dei giovani. Il punto dolente del rapporto fra i servizi e il nuovo assetto familiare e’ rappresentato dal crescente numero di anziani che non trovano risposta adeguata nel sistema di welfare: quattro milioni di anziani, 28,9% del totale, vivono soli e le famiglie con anziani o con altre persone bisognose di aiuto sono 6,5 milioni. Nel 67,3% di queste l’assistenza e’ prestata esclusivamente da familiari, senza l’ausilio di servizi.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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