Sono tanti i messaggi scritti su alcuni bigliettini bianchi legati con dei nastri di seta bianca, verde e rosa, sull’inferriata di Parco Baden Powell a Pescara dove domenica sera è stato ucciso Thomas Christopher Luciani, 16enne residente a Rosciano, accoltellato a morte da 2 coetanei forse per un debito di denaro di oltre 200 euro forse legato alla droga. La città di Pescara è sotto choc, molti giovani in queste ore si stanno recando nell’area verde di via Raffaello per lasciare fiori e messaggi in ricordo della povera vittima, colpita con circa 25 coltellate. “Ti ricorderemo per sempre” è scritto su un altro foglietto e ancora “Non sarai mai più solo”, “Ti voglio bene” e in un altro ancora si legge: “Da questo momento tutti torneranno a vivere la propria vita normalmente in una società che ci hanno lasciato rotta. Cosa vogliamo farne dei suoi cocci. Ingiustificabile”.
Era fuggito la scorsa settimana da una comunità per minori di Limosano, piccolo Comune della provincia di Campobasso dove tutti lo conoscevano. Thomas Christoper Luciani, il ragazzo ucciso domenica in un parco a Pescara, aveva la passione del calcio e giocava spesso a pallone con gli ospiti stranieri di un’altra onlus che si prende cura dei giovani migranti non accompagnati. Da qualche tempo il ragazzo, residente a Rosciano, viveva a Limosano nella comunità per minori allontanati dalle famiglie, Il Piccolo Principe.
“Tanto la giustizia prima o poi viene a galla. Spero”. Così Olga, nonna di Christopher Thomas Luciani si rivolge agli assassini del nipote, intervistata dalla Tgr Abruzzo. “Non si può uccidere un ragazzino così. Era mingherlino, piccolino – ricorda – Era un ragazzo d’oro. Aveva i grilli che hanno tutti i ragazzi di questa età”.
Per quanto riguarda la ricostruzione degli eventi, si attende l’esito dell’autopsia affidata al medico legale, Cristian D’Ovidio. Intanto, nelle prossime ore si terra’ la convalida del fermo dei due ragazzi di 16 anni accusati dell’omicidio di Luciani. Al momento, i due si trovano nei Centri di prima accoglienza di Roma e L’Aquila. I 16enni sono indagati perche’ “in concorso tra loro, infliggevano – si legge nel provvedimento dei pm David Mancini e Angela D’Egidio – un totale di circa 25 colpi per mezzo di coltello a Thomas Christopher Luciani, attinto in zone vitali del corpo, cagionandone la morte, arrecando sevizie ed operando con crudelta’ agendo su Luciani mediante calci e sputi mentre era riverso sul terreno esanime”. Nel fermo disposto dai pm si legge inoltre che “cio’ che emerge in modo prepotente e devastante e’ l’assenza di empatia emotiva con un fatto di tale inaudita efferatezza, tale da inveire sul cadavere, recandosi presso lo stabilimento balneare per fare il bagno al mare, senza chiamare soccorsi o denunciare il fatto alle autorita’, anzi chiacchierare con macabra ironia sul fatto appena avvenuto, con l’ulteriore intento di disfarsi dell’arma del delitto, un coltello con punta e taglio”.
Sul telefono di uno dei due 16enni fermati per l’omicidio di Christopher Thomas Luciani, è stata trovata una scattata in spiaggia alle 18.21 di domenica, poco dopo il delitto nel parco. Lo smartphone in questione fa parte del materiale sottoposto a sequestro. L’immagine è allegata al decreto di fermo della Procura presso il Tribunale per i Minorenni dell’Aquila. Nel provvedimento sono presenti anche alcuni fotogrammi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona del parco. Si vede il gruppetto di ragazzi, tra cui la vittima, all’interno dell’area verde, alle ore 16:54. Poi alcuni di loro si spostano verso la vegetazione, dove il 17enne è stato ucciso. Dalla vegetazione usciranno poi alle 17:21.
Le immagini consentirebbero di confermare anche quanto emerso dalle testimonianze dei ragazzi e, cioè, che uno dei presunti assassini si è cambiato tra la vegetazione, prima di ricomparire davanti alle telecamere.
“Io sono rimasto attonito e non ho avuto la forza di reagire, quando poi ci siamo ricongiunti al resto del gruppo tutti hanno saputo cosa era successo perché io, giunto per primo, l’ho raccontato. Nonostante l’accaduto siamo andati al mare a fare il bagno”. E’ uno dei passaggi della testimonianza del 16enne che ha lanciato l’allarme dopo l’omicidio di Thomas Christopher Luciani, contenuta nel decreto di fermo della Procura presso il Tribunale per i Minorenni dell’Aquila. Il ragazzo, dopo il bagno al mare, una volta a casa ha raccontato tutto ai genitori, facendo scoprire l’accaduto. “Io non ho reagito in alcun modo – ha detto ancora il giovane – io ero davvero frastornato ed ho capito che non era qualcosa che potessi tenere per me e quindi ne ho parlato” con il padre, che poi ha lanciato l’allarme. Durante l’interrogatorio il giovane ha anche mostrato lo scambio di messaggi con un altro ragazzo del gruppo, in cui “si parla della necessità di denunciare l’accaduto”.
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