Celano, operazione dei Carabinieri per reati contro la Pubblica Amministrazione

Una vasta operazione per reati contro la pubblica amministrazione nel Comune di Celano, in provincia dell’Aquila. L’ordinanza di misura cautelare riguarda dunque amministratori e funzionari comunali del Comune di Celano, liberi professionisti e imprenditori, residenti nella Province di L’Aquila, Roma, Teramo e Pescara.

I reati contestati a vario titolo sono “induzione indebita a dare o promettere utilita’”, “istigazione alla corruzione”, “tentato peculato”, “turbata liberta’ degli incanti”, “turbata liberta’ del procedimento di scelta del contraente”, “falsita’ ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, “rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio”.

Delle 25 persone coinvolte nella maxi retata dei carabinieri per reati contro la pubblica amministrazione nel Comune di Celano, otto sono state colpite da misure di restrizione della liberta’: il vice sindaco piu’ volte parlamentare di Pdl e Fi ed ex consigliere regionale azzurro in Abruzzo, e’ in carcere, mentre il sindaco e’ ai domiciliari.

Il Vicesindaco di Celano e’ stato sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere; il Sindaco, il segretario comunale, tre dirigenti comunali, un imprenditore e un libero professionista sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, mentre un assessore è stato colpito dalla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, cosi’ come anche un esponente della precedente amministrazione comunale. Infine per 15 tra imprenditori e liberi professionisti e’ scattato il divieto temporaneo di esercitare attivita’ professionali o imprenditoriali.

L’indagine, diretta dai pubblici ministeri Roberto Savelli e Lara Seccacini e coordinata dal Procuratore di Avezzano Andrea Padalino Morichini, prende le mosse da apprezzamenti informativi sviluppati a partire dal gennaio 2018 dai militari del Nucleo Investigativo di L’Aquila, che attribuivano agli esponenti dell’amministrazione comunale di Celano diverse condotte antigiuridiche, finalizzate all’indebita percezione ed erogazione di fondi comunali a liberi professionisti e imprenditori operanti nella Marsica.

Le attivita’ investigative, sviluppatesi con l’apporto di complesse attivita’ tecniche, hanno permesso di acclarare, secondo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avezzano Maria Proia, “l’esistenza di un sistema clientelare, fondato su amicizie, conoscenze ed interessenze con alcuni imprenditori o cittadini, in totale dispregio dei criteri di imparzialita’, trasparenza e buon andamento della Pubblica Amministrazione, piegando, di fatto, l’interesse pubblico a quello di pochi”.

Sono complessivamente 56 gli indagati nell’inchiesta “Acqua fresca” che, secondo il Gip del Tribunale di Avezzano  Maria Proia, avrebbero permesso di accertare “l’esistenza di un sistema clientelare, fondato su amicizie, conoscenze e interessenze con alcuni imprenditori o cittadini, in totale dispregio dei criteri di imparzialita’, trasparenza e buon andamento della Pubblica Amministrazione, piegando, di fatto, l’interesse pubblico a quello di pochi”. Queste le accuse all’origine della maxi operazione che ha decapitato il Comune di Celano per reati contro la pubblica amministrazione, condotta dal Comando provinciale dei Carabinieri dell’Aquila; sarebbero emerse una trentina di procedure pilotate per un ammontare di 13 milioni di euro di fondi pubblici, tra cui anche concorsi pubblici per assunzioni di impiegati e dirigenti comunali. Oltre agli arresti – in carcere per il vice sindaco di Celano, ai domiciliari per sindaco, segretario comunale e tre alti dirigenti, oltre a due imprenditori – ad altre 17 persone, tra cui l’assessore comunale allo Sport e imprenditori e liberi professionisti della Marsica, dell’Aquila, di Roma e di Pescara, sono state notificate le misure dell’obbligo di firma e del divieto temporaneo a esercitare l’attivita’ professionale e imprenditoriale. I reati contestati a vario titolo sono “induzione indebita a dare o promettere utilita’”, “istigazione alla corruzione”, “tentato peculato”, “turbata liberta’ degli incanti”, “turbata liberta’ del procedimento di scelta del contraente”, “falsita’ ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, “rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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