Ricchezza delle famiglie cresciuta del 3 per cento nel 2021

Nel 2021 la ricchezza netta delle famiglie italiane – misurata come somma delle attività reali (come abitazioni o terreni) e delle attività finanziarie (depositi, titoli, azioni) al netto delle passività finanziarie (prestiti) – è stata pari a 10.422 miliardi di euro, ossia 176 mila euro pro capite. Un aumento di oltre 300 miliardi a valori correnti rispetto all’anno precedente, pari ad un più 3%, proseguendo la crescita iniziata nel 2019. I dati sono contenuti nella pubblicazione “La ricchezza dei settori istituzionali in Italia: 2005-2021”, elaborata da Istat e Banca d’Italia.

Sono però anche aumentate le passività della famiglie, con un +3,7%, superando quota 1.000 miliardi di euro. In rapporto al reddito lordo disponibile, la ricchezza netta delle famiglie si è invece leggermente ridotta (da 8,71 a 8,66) lo scorso anno. Secondo lo studio, le attività reali (6.186 miliardi di euro) sono aumentate dello 0,3% a prezzi correnti (+16 miliardi), soprattutto per effetto delle abitazioni (+0,4%; +23 miliardi), il cui valore ha registrato una crescita per la prima volta dal 2012. Il valore degli immobili non residenziali si è invece ridotto (-1,5%), proseguendo la fase di contrazione in atto dal 2012. Le attività finanziarie (5.237 miliardi) hanno segnato una crescita più robusta rispetto a quelle reali, pari al 6,6% (per un controvalore di 325 miliardi), trainata prevalentemente dalle azioni (+150 miliardi) e dalle quote di fondi comuni (+89 miliardi). E’ stata rilevante, dice ancora lo studio Istat-Bankitalia, anche la crescita dei depositi (+70 miliardi), seppure meno accentuata di quanto osservato nel 2020 (+104 miliardi). Lo stock di titoli obbligazionari continua a calare dal 2012. Le passività finanziarie sono aumentate del 3,7%, superando la soglia dei 1.000 miliardi. Si è osservato in particolare un incremento della componente dei prestiti (+3,8%). A differenza di quanto registrato nel 2020, la crescita della ricchezza finanziaria delle famiglie è tornata a beneficiare ampiamente dei guadagni in conto capitale (+4,3%, per un aumento complessivo di 210 miliardi), si legge, legati soprattutto alle azioni e alle quote di fondi comuni, mentre il contributo delle transazioni si è collocato attorno al 2,3%.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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