Turismo montano, la rabbia degli albergatori che chiedono più sostegni

Un intero comparto produttivo tagliato fuori dagli indennizzi previsti dal Governo Draghi per le zone montane. In Abruzzo, a dar voce alla protesta, è l’associazione che riunisce sotto le proprie insegne gli albergatori e i titolari di hotel e strutture ricettive dell’area più attrezzata d’Italia dopo il settore alpino: quella che si snoda attorno al grande comprensorio sciistico che unisce Roccaraso, Rivisondoli, Pescocostanzo, Castel di Sangro, Gamberale e Rocca Pia. I componenti hanno chiesto infatti un “incontro urgente” al presidente della Regione Marco Marsilio, ed all’assessore regionale al Turismo, Daniele D’Amario, per discutere appena possibile di come correggere i due provvedimenti.

La richiesta arriva insomma dai centri che rappresentano il fulcro vitale dell’industria della montagna abruzzese, anche in ragione della vera propria filiera che, intorno all’attività degli impianti di risalita, le strutture ricettive sono in grado di mettere in campo: una filiera in cui ruotano anche imprese della ristorazione, del benessere personale, dell’artigianato artistico e tradizionale, dell’escursionismo, solo per citare alcune voci. A illustrare e riassumere le ragioni della protesta è la presidente dell’Associazione albergatori Altopiani Maggiori d’Abruzzo, Gloria Di Tola: «Il Decreto Sostegni è concepito su una perdita minima del fatturato del 30% registrata nel 2020 rispetto al 2019, mentre al contrario il calo medio per la maggior parte delle attività ricettive montane è di circa il 25%, con un azzeramento del fatturato del primo trimestre del 2021». Non bastasse, a lasciare insoddisfatti gli operatori sono pure le previsioni del successivo “Decreto Montagna”: una misura, questa, che così come è stata proposta prevede un adeguato sostegno soltanto agli impianti a fune e ai maestri di sci, ma non alle altre partite Iva. «E del resto – aggiunge Di Tola – le dichiarazioni rilasciate dall’assessore D’Amario al termine della Conferenza Stato-Regioni confermano che tra correzioni, modifiche e integrazioni, di tutto si è parlato tranne che delle attività ricettive».

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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