Ue e Fmi tagliano le stime sul Pil Italiano

Dopo il taglio delle stime sul Pil della Banca d’Italia e la certificazione della recessione tecnica da parte dell’Istat, arriva la riduzione sulle previsioni di crescita da parte del Fondo Monetario Internazionale, della Commissione europea e, sul fronte interno, dell’Upb, l’Ufficio parlamentare di bilancio. Nello Staff Report sull’Italia, l’Fmi ha confermato il taglio delle stime del Pil annunciando che la crescita sara’ debole, sotto l’1%, anche nei prossimi anni e ha segnalato “un rischio globale proveniente dall’Italia”. Nel rapporto, l’istituto di Washington, in linea con quanto affermato nell’aggiornamento al World Economic Outlook dello scorso 21 gennaio, prevede un Pil al +0,6% per quest’anno e al +0,9% per il 2020. In calo anche le stime per il 2018 all’1% dall’1,2%. La crescita dell’economia italiana sara’ moderata anche negli anni a venire: +0,7% nel 2021 e +0,6% sia nel 2022 che nel 2023. Notizie peggiori arrivano da Bruxelles: la Commissione europea anticipa “un taglio netto delle stime di crescita dell’Italia e un ridimensionamento delle previsioni sul Pil dell’Eurozona”. I dettagli saranno comunicati domani dalla Commissione che rendera’ note le stime per il 2019 sulla crescita del Pil di Eurolandia e quelle sull’inflazione (non saranno invece forniti dati su debito e deficit). Dall’Ue al momento non vengono fornite cifre, e palazzo Berlaymont non conferma le notizie di un taglio allo 0,2% del Pil italiano, ma secondo quanto emerge, la previsione per l’anno in corso sara’ inferiore alla stima dello 0,6% indicata da Fmi e Banca d’Italia. A novembre scorso, nell’ultima previsione di autunno, l’esecutivo Ue aveva stimato una crescita del Pil italiano all’1,2%, un livello inferiore rispetto all’1,5% indicato all’epoca dal governo. Poche settimane dopo, nella fase cruciale della negoziazione con il governo Conte sulla manovra, la Commissione aveva poi considerato realistico il dato fornito dall’esecutivo, secondo cui l’Italia sarebbe cresciuta dell’1% nel 2019. Ma la frenata globale e il dato dell’Istat di fine gennaio che ha certificato la recessione tecnica per l’Italia, portera’ con ogni probabilita’ la Commissione a stimare un rallentamento per il nostro Paese decisamente piu’ accentuato rispetto ai partner di Eurolandia. Definita invece la previsione dell’Upb per il quale il Pil quest’anno crescera’ solo dello 0,4%, “frenato dall’eredita’ statistica negativa indotta dalla flessione del semestre scorso”. Nella Nota sulla congiuntura l’Ufficio parlamentare di bilancio sottolinea che “l’anno parte con l’handicap” e che “l’Italia e’ ancora fanalino di coda dell’area euro”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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