Pescara. L’artista digitale Gianna Palucci inaugura gli eventi per i 20’anni dell’Associazione Jonathan

Gianna Palucci

Gianna Palucci è un’artista che si occupa di “collage” realizzati creativamente con tecniche digitali di realizzazione delle opere, il suo progetto collage distopici sarà esposto per la prima volta a Pescara il 12 Giugno 2021 alle ore 17 in via Palermo, all’interno della sede dell’Associazione “Jonathan”, che si occupa dei diritti LGBT+ e festeggerà 20’anni di attività proprio durante il mese del Pride.
L’associazione infatti ha organizzato una serie di eventi nella propria sede, tra cui presentazione di libri e call for artist locali e saranno i “Collage Distopici” della giovane artista pescarese a dare il via agli eventi.
Gianna ha conseguito la laurea triennale in Beni culturali e Ambientali all’Università de L’Aquila, per poi definire il percorso a Bologna, nella quale si laurea in Arti Visive con una tesi sulla Semiotica del visibile. Una volta terminata la carriera accademica torna a Pescara nel 2020, città in cui vive e lavora, sfogando la sua creatività in modo originale con il progetto “Collage Distopici”: la sua iniziativa nasce nel 2019 con un progetto analogico che evolve progressivamente, fino a diventare digitale, e la porta a collaborare con svariati artisti del panorama culturale abruzzese, come il musicista Umberto Palazzo nel suo video “L’unica ricchezza”, o con il progetto “Anticorpi” di Giovanni Iacovo e Arnaldo Guido (“sintesi biomeccanica di uno scrittore, tre musicisti, due dj, una videoartista, due grafici, una copywriter e uno stand-up comedian con l’intento di produrre farmaci musicali che possano essere l’antidoto al dilagante contagio di banalità e idiozia”).
Le sue opere vagano apparentemente in dimensioni lontane da quella della quotidianità, puntando alla “ricerca di mondi visionari, distorti e del tutto lontani da una positiva utopia” finalizzata alla rappresentazione “della crisi economica, climatica e del singolo individuo del nuovo millennio”. Nelle sue opere sono ricorrenti le atmosfere oniriche, gli scenari cosmici condite da un paesaggio surreale in grado di amalgamare le più diverse forme come “la perfezione del cerchio insieme a fiori e farfalle, simboli della ciclicità, frequenti nelle composizioni a ricordarci che forse non tutto è andato perso”, che se esistono le distopie ci sono anche modi per disinnescarle e l’arte è sicuramente tra questi.

(R. Matteo D’Angelo)

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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