Presentato a Musellaro (Pe) il programma dei festeggiamenti in onore del SS.mo Crocifisso Miracoloso

A Musellaro (Pe) il 18-19-20  settembre i festeggiamenti in onore del SS.mo Crocifisso Miracoloso. Presentato il programma.

Anche quest’anno un ricco calendario di appuntamenti con spettacoli e intrattenimento, ad affiancare il programma religioso, quello programmato dal Comitato Feste.
Il 18 settembre lo spettacolo musicale  “Operazione Cantautori” con i “Bisturi Sound and wine”, mentre il 19 settembre GRAN CONCERTO SINFONICO con il complesso bandistico “Città di Angri”, si concluderà il 20 settembre con il concerto degli “AltaTensione” Tribute Band “NOMADI”.

 

Si rinnova un appuntamento che richiama molti pellegrini ai quali il piccolo centro di Musellaro, frazione di Bolognano nell’alta Val Pescara, accoglie con l’esposizione del drappo rosso dai  balconi delle case che ricorda  la fascia rossa di cui è cinto il Crocifisso e nello stesso tempo rimanda all’immagine del racconto di un miracolo, quella di un cavaliere cinto di rosso che fece fuggire i soldiati arrivati all’ingresso di Musellaro a riscuotere le tasse e dazi dai poveri contadini gravati da tempo da condizini di estrema miseria casuata dalle carestie e dai pesanti e inguisti oneri fiscali.
 
Sono in tanti i quali per ragioni di lavoro o emigrati anche all’estero fanno in modo di organizzarsi per tornare ogni anno e partecipare ai festeggiamenti. E’ cosi l’occasione per rivedere parenti e amici, per una settimana tutti si ritrovano in nome della Festa del SS.mo Crocifisso Miracoloso e grazie alle nuove tecnologie riescono fare vivere anche a distanza i festeggiamenti attraverso commenti, foto e video sul gruppo facebook Musellaro dal link https://www.facebook.com/groups/36557163902/

 

 

Un pò di storia. L’arrivo delle reliquie a Musellaro.

L’espansione dei mussulmani nel medio oriente aveva rappresentato, per i cristiani e per Gerusalemme in particolare, la fine del culto: i mussulmani ridussero a moschee tutte le chiese cristiane, ad eccezione di quella del S. Sepolcro a causa dei pellegrini che rappresentavano la ricchezza di Gerusalemme, abbatterono tutte le croci, le profanarono e le buttarono via assieme a tutti gli oggetti sacri. Così il crociato conte del Balzo trovò gettato in un fosso questo Crocifisso ed un dipinto di Madonna su tela. Rientrato a Pescara, di passaggio per Musellaro, donò ai baroni Tuzio il Crocifisso e il dipinto che furono tenuti in grande venerazione nel palazzo.
Dopo pochi anni la peste distrusse quasi l’intera popolazione e i membri della famiglia baronale. L’unico superstite, il giovane Tiburzio Tuzio, trasformò un’ala del castello in Chiesa parrocchiale in sostituzione di quella originale di S. Nicola di Bari, fuori le mura a seguito dei saccheggi continui che essa subiva. Tale Chiesa fu consacrata dal Vescovo di Chieti, Bartolomeo I e dedicata a S. Maria del Balzo (come tuttora è chiamata) in memoria del conte che donò la tela. Nel 1659 i baroni Tabassi di Sulmona acquistarono la baronia di Musellaro ed il crocifisso fu abbandonato in un cantuccio della faterna (ripostiglio di cose vecchie).
Qualche tempo dopo (probabilmente tra il 1600 e il 1700) avvenne un fatto prodigioso. Il barone de L’Aquila esigeva degli oneri fiscali assai gravosi dai musellaresi. Ma questi, perché morosi da molti anni a causa dell’estrema miseria, mandò un capitano con alcuni soldati per disperdere od imprigionare i cittadini e così poter vendere il fondo rustico. Senonché, arrivati alle porte del villaggio, una densa nube di nebbia e polvere accecò i soldati a tal punto da indurli a desistere dalla loro missione anche per l’arrivo di un corriere con l’ordine di tornare indietro; questo perché il SS.mo Crocifisso, sotto le sembianze di un nobile cavaliere, cinto di fascia rossa, si era presentato al barone de L’Aquila, riscattando tutti i pesi passati, presenti e futuri.
Nel frattempo, i musellaresi, intimoriti dell’arrivo dei soldati aquilani, pregavano con il parroco quando Elena, la sagrestana vecchia e zoppa, andata nella faterna a prendere l’olio per le lampade, vide l’abbandonato e rotto crocifisso ricongiunto, attaccato alla croce e grondante sangue. La vecchia cercò di asciugarlo riempiendone due fazzoletti. I fedeli, visto lo strepitoso miracolo, subito restituirono al Crocifisso la venerazione dovuta, e trasformarono la faterna in Oratorio (l’attuale Santuario). Il Vescovo di Chieti mandò il suo vicario a costatare il miracolo del sangue, confermato poi dalla risurrezione di un bambino morto soffocato per aver ingoiato acini di uva. Questi raschiò il pavimento bagnato di sangue mettendo il tutto in una cassetta poi murata nell’altare dove tuttora si trova, e portò i due fazzoletti a Chieti e poi a Roma. Il luogo dove avvenne il prodigio della nebbia prese il nome di Crocetta e lì vene costruita una piccola cappella detta della Conicella. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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